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Ecco il discorso su Berlusconi che mi sarebbe piaciuto ascoltare in Parlamento

Ecco il discorso su Berlusconi che mi sarebbe piaciuto ascoltare in Parlamento
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Ecco l’intervento che mi sarebbe piaciuto ascoltare l’altro giorno al Senato e oggi alla Camera. Durante le infinite celebrazioni del pregiudicato.

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Oggi, in questa aula, voglio provare a immaginare non tanto la scomparsa di Silvio Berlusconi, ma piuttosto come sarebbe stata un’Italia in cui Silvio Berlusconi non avesse mai fatto il suo ingresso sulla scena politica. Uno scenario in cui l’efficienza, l’integrità e la responsabilità avrebbero dominato la politica italiana. Sì, lo so, sembra una fantasia irrealizzabile, ma seguitemi nel mio tentativo.

Senza Berlusconi, l’Italia avrebbe evitato i decenni di scandali e controversie che hanno segnato la sua presenza. Non avremmo assistito a interminabili processi giudiziari e conflitti d’interesse tra politica e interessi economici personali. Invece, avremmo avuto un sistema politico trasparente, in cui gli interessi del paese venivano messi al primo posto e non piegati alle necessità di una persona, le sue aziende e i suoi sodali.

Senza Berlusconi, l’Italia avrebbe potuto concentrarsi sull’affrontare le vere sfide della società. L’istruzione avrebbe ricevuto un sostegno significativo, promuovendo la crescita di una generazione di menti brillanti e preparate. La ricerca scientifica avrebbe beneficiato di investimenti adeguati, portando a importanti scoperte e progressi. L’ambiente sarebbe stato al centro delle politiche, con un’impronta ecologica ridotta e un impegno concreto per la sostenibilità. La tv non sarebbe cambiata così tanto svilendo il ruolo della donna a velina o teenager “teleguidata” in ammiccanti bagni in piscina. Frutto del sessismo di Stato diventato poi lo stile del potere.

Senza Berlusconi, l’Italia avrebbe avuto un’economia più solida e una governance finanziaria responsabile. Le politiche fiscali sarebbero state equilibrate, senza l’evasione fiscale dilagante e le amnistie fiscali discutibili. Gli investimenti avrebbero contribuito a promuovere la crescita economica e l’occupazione, vera non quella ridotta a uno slogan, garantendo un futuro stabile per i cittadini italiani.

Senza Berlusconi, chi avrebbe avuto il coraggio di offrire i propri servigi come ballerini di burlesque al governo? Chi avrebbe avuto il coraggio di portare avanti una politica basata sul “bunga bunga” e sul nepotismo sfacciato? Il nostro paese sarebbe stato costretto a vivere in una noiosa normalità, privo degli sproloqui e dei discorsi spesso incomprensibili di questo personaggio.

Sognare non è vietato, giusto? Immaginiamo un’Italia in cui la parola “corruzione” non fosse così strettamente associata alla politica. Un’Italia in cui il sarcasmo non fosse necessario per affrontare la realtà, perché la realtà stessa sarebbe stata una fonte di orgoglio e fiducia.

Quindi, mentre ci immergiamo in questa fantasia temporanea, riflettiamo sul potenziale di un’Italia senza Berlusconi. Un’utopia di efficienza politica, integrità e responsabilità. Ma, adesso che ci siamo svegliati e che scopriamo che tutto questo non è accaduto possiamo fare tesoro dei danni del berlusconismo e lavorare per un’Italia migliore, in cui l’onestà politica non sia solo una chimera. E cercando di evitare che alla rima al femminile che adesso governa l’Italia sia permesso di compiere gli stessi obbrobri democratici concessi alla nostra povera Italia, che ha vissuto 30 anni con la presenza di un pregiudicato al potere.

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