di Michele Sanfilippo

Per riguadagnare consenso tra gli elettori un partito di sinistra appena decente dovrebbe aver capito da tempo che bisogna puntare a quel 40% di persone che hanno smesso di votare.

Per riportare al voto un elettorato ormai stanco e disilluso una forza di sinistra – credo – dovrebbe:
– fare proposte politiche di redistribuzione della ricchezza per dare protezione a chi non arriva a fine mese;
– ipotizzare forma di tutela che tutelino i lavoratori del terziario che verranno tra non molto tempo rimpiazzati dall’intelligenza artificiale che è ormai una realtà;
– tornare a politiche di sostegno a tutti i servizi pubblici, sanità e scuola e trasporti in testa;
– pensare ad un’economia che sia compatibile con gli enormi problemi ambientali che incombono, non solo in Italia;
– lavorare per una giustizia che sia in grado di dare certezza della pena;
– spezzare l’annoso e funesto legame che la politica ha stabilito con i poteri economici del paese.

Elly Schlein dovrebbe aver capito che non basta dire di essere di sinistra per riconquistare consenso anche perché poi accade, come alle ultime elezioni amministrative, che gli elettori ti puniscano perché sono stufi di inutili e generici proclami.

L’attendismo della Schlein, la mancanza di coraggio di fare progetti chiari e convincenti per quegli elettori di sinistra che non votano, sta favorendo chi la vuole logorare dall’interno. Dopo la riunione del partito se n’è accorta anche lei, e del resto lo stillicidio di abbandoni di esponenti di partito che, peraltro, sono quasi tutti scorie delle politiche renziane, non lascia adito ad alcun dubbio. Ma il logoramento avviene anche e soprattutto dall’esterno ad opera delle grandi testate giornalistiche che non perdono occasione per rinfacciarle insuccessi elettorali e le sue posizioni attendiste, dipingendola come una persona debole, inesperta e priva di strategia.

Lei ha chiesto lealtà al partito ma è evidente che più cerca di mediare con la parte renziana del partito (che in Parlamento è ancora consistente, ma non nel paese) e più favorisce la strategia di logoramento messa in atto da mesi da chi vuole tenere il partito nelle posizioni adottate da D’Alema in poi e che sono tanto care al potere economico che, peraltro, controlla gran parte dell’informazione.

La Schlein non deve avere il timore di perdere pezzi in Parlamento se poi sarà capace di recuperare i milioni di voti persi a sinistra. Ma se non avrà il coraggio di far fronte a tutti i problemi elencati precedentemente con nuove parole e nuove proposte allora il Pd non sarà il partito su cui far affidamento per il futuro in cui la sinistra possa tornare ad accendere la speranza di un mondo più equo.

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