Una multa da 718mila euro, nessun ulteriore punto di penalizzazione e la rinuncia a tutti i ricorsi. Alla fine la Juventus se la cava con un’ammenda irrisoria per quanto riguarda il processo sportivo sulle cosiddette manovre stipendi. Il tribunale federale nazionale della Figc ha accettato il patteggiamento tra la procura guidata da Giuseppe Chinè e i legali del club bianconero. Un accordo che chiude definitivamente la partita tra la Juve e la giustizia sportiva nata dall’invio delle carte dell’indagine penale “Prisma” della procura di Torino. La società accetta i 10 punti di penalizzazione per il caso plusvalenze, ma evita un’altra stangata sul secondo filone, quello che riguarda appunto le manovre stipendi, ma anche i rapporti con gli agenti e le sospette partnership con altri club. In teoria le accuse più pesanti, che alla fine si sono risolte con un’ammenda da pochi euro.

Così la Juve è sicura di avere un posto in Europa la prossima stagione: un aspetto fondamentale in vista della futura trattativa con l’Uefa. A processo per le manovre stipendi, il prossimo 15 giugno, ci andrà solo Andrea Agnelli: l’ex presidente non ha voluto sottoscrivere la rinuncia al ricorso per le plusvalenze. Tutti gli altri dirigenti ed ex dirigenti juventini invece hanno patteggiato. E con la Juve per ora festeggiano anche i sei club – Sampdoria, Atalanta, Sassuolo, Udinese, Bologna e Cagliari – coinvolti nel filone che riguarda le partnership sospette: dopo il patteggiamento tra Procura e bianconeri, si fa più complicato aprire un ulteriore percorso giudiziario. Le accuse che li potrebbero riguardare vertono sugli “accordi confidenziali” stretti con i bianconeri su varie operazione di mercato.

La strategia bianconera in vista dell’Uefa – La Juventus ha deciso di archiviare i giudizi sportivi pendenti tutti entro la fine della stagione. La strategia è chiara. Da un lato evitare il rischio di ripercussioni anche sulla prossima annata. Dall’altro, cercare di strappare un posto per l’Europa, che sia Europa League o Conference poco importa. In questo momento la squadra di Allegri è settima e andrebbe in Conference. Superando Roma o Atalanta all’ultima giornata finirebbe addirittura in Europa League. Perché è fondamentale? In questo modo, se adesso la Uefa deciderà di intervenire punendo a sua volta la Juventus con l’esclusione dalle coppe per una stagione, i bianconeri sconteranno la sanzione già nella prossima stagione. Eviterebbero di giocare una competizione europea minore, con un danno relativo. Se invece fossero arrivati altri punti di penalizzazione, la Juve sarebbe scivolata fuori dall’Europa. In quel caso, una eventuale sanzione Uefa avrebbe avuto effetto sull’annata successiva e la Juve si sarebbe vista nuovamente cancellata una ipotetica qualificazione alla Champions League.

La decisione di patteggiare – Fatti questi ragionamenti, la Juve già nei giorni scorsi tramite le parole di Francesco Calvo aveva reso chiara anche pubblicamente la volontà di non presentare un nuovo ricorso contro la penalizzazione di 10 punti per il caso plusvalenze. Era la condizione di partenza per arrivare a un patteggiamento sul secondo filone: a quel punto è bastato poco tempo per arrivare a un tra i legali della Juventus e il capo della Procura Figc Giuseppe Chinè. Trovare un accordo infatti rappresenta un vantaggio anche per la FederCalcio e la Serie A: la partita legale si è chiusa prima della fine del campionato e la classifica non verrà più stravolta, tanto meno a stagione già conclusa.

La sentenza – ll Tribunale Federale Nazionale presieduto da Carlo Sica, dichiara efficaci e applica le seguenti sanzioni: per la società Juventus FC Spa 718.240 euro di ammenda. Per l’ex Chief Football Officer Fabio Paratici 47mila euro di ammenda, per l’ex vicepresidente Pavel Nedved 35.250 euro di ammenda, per il direttore sportivo Federico Cherubini 32.500 euro di ammenda, per C. G. 18.500 euro di ammenda, per l’ex Head of Football Operations Paolo Morganti 15mila euro di ammenda, per l’ex direttore sportivo della Under 23 Giovanni Manna 11.750 euro di ammenda, per l’ex direttore del settore giovanile Stefano Braghin 10mila euro di ammenda. Nel dispositivo della sentenza si legge che la “condizione per il patteggiamento è stata la rinuncia alla impugnazione della decisione della Corte Federale dello scorso 22 maggio e della decisione del Collegio di Garanzia del Coni dello scorso 20 aprile”. Con il patteggiamento del club bianconero, in altre parole, si chiudono tutti i procedimenti con la giustizia sportiva.

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