Un talent che porta la cucina di qualità negli ospedali italiani per creare momenti speciali ed emozionanti nei reparti a beneficio dei pazienti ricoverati, in particolare di bambini che stanno ricevendo cure per gravi malattie. Il progetto si chiama Special Cook, iniziativa ideata e realizzata da Officine Buone, realtà no profit attiva in Italia. Progetto che nasce nel 2017 e si svolge in tanti ospedali di diverse città italiane, come ad esempio Milano, Torino, Roma, Catanzaro, realizzando speciali sfide culinarie in cui ai cuochi è dato il compito di creare momenti unici nei reparti grazie al proprio talento. “Nel rispetto delle diverse prescrizioni e limitazioni che ragionevolmente un ospedale impone ai propri pazienti, gli chef realizzano sorprese buone e, allo stesso tempo, migliorano il proprio stile di cucina attraverso il confronto con i dietisti e i medici”, spiega a ilfattoquotidiano.it Ugo Vivone managing director di Officine Buone. Special Cook è reso possibile grazie al contributo di tanti volontari e appassionati di cucina. “Come sempre accade nel volontariato, con Special Cook il concetto di talent si capovolge perché vincono tutti”, sottolinea Vivone. “Per i cuochi rappresenta un’occasione per fare volontariato donando la propria capacità, passione e stile mentre per tutti gli altri soggetti coinvolti, pazienti, famigliari, personale medico e sanitario, volontari, è la scoperta, ancora una volta, che la cucina rappresenta lo strumento di aggregazione più importante”.

Il 26 maggio alle ore 16 presso il Comitato Maria Letizia Verga, all’interno dell’Ospedale San Gerardo di Monza, che si occupa di curare tantissimi bambini con patologie oncologiche e leucemie, si svolge la Finale di Special Cook. Presenti anche chef e influencer come UomoSenzaTonno, Stefano Callegaro e altri ancora, che seguono l’associazione di volontariato, incubatrice di idee per l’innovazione sociale attraverso progetti e format culturali in cui il talento dei giovani si mette al servizio del sociale, generando valore e costruendo così le comunità del futuro. “La Finale 2023 è l’evento più importante dell’anno per la nostra associazione, appuntamento fondamentale a cui teniamo tantissimo a coronamento di un percorso emozionante e che ha coinvolto molti giovani pazienti”, dichiara a ilfattoquotidiano.it l’organizzatore.

I cuochi finalisti sono Massimilano Lava e Laura Rossi. Entrambi si sono sfidati in tanti diversi reparti durante l’anno e hanno raccolto il maggiore gradimento da parte della speciale giuria che in ogni data è composta dai pazienti, dalle loro famiglie, dal personale medico e dai volontari. “Chef accogliente, precisa e creativa, che raccoglie i segreti della tradizione e dell’innovazione, valorizzando la stagionalità dei prodotti e trasmettendo il tutto con il migliore dei condimenti: il cuore e la passione. Grazie!”, dice Tily una ragazza coinvolta nel progetto nel momento della votazione. “Grande capacità di rendere semplice la preparazione di piatti di livello alto. Molto interessante anche per chi, come me, è vegetariano e conosce già il mondo dell’alimentazione naturale. Trovo molto bella questa iniziativa di Officine Buone: educazione alimentare in pratica sui fornelli stando ricoverati in ospedale”, racconta invece Cristiana, altra partecipante all’iniziativa.

L’ideatore dell’evento Ugo Vivone assicura che è solo l’inizio: “Abbiamo deciso di realizzare la Finale 2023 al Maria Letizia Verga di Monza perché durante la prima esperienza di una data di Special Cook presso il loro centro ci hanno raccontato che vedere i bambini così concentrati sulla loro attività e così affiatati nella collaborazione con chef, medici e infermieri era davvero un risultato unico che a questi livelli non si era mai raggiunto in tante esperienze di volontariato durante gli anni di lavoro in reparto”. Potrà svilupparsi ancora questo progetto? “Vedere quell’atmosfera così carica di energia buona ci ha emozionati e ci ha convinti che questo progetto potrà crescere ancora. Speriamo che per la prossima edizione potremo arricchire ulteriormente il numero di centri e ospedali all’interno dei quali donare il talento, che poi è la chiave di tutte le iniziative realizzate da Officine Buone”.

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