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Nuovi scioperi a scacchiera allo stabilimento Stellantis di Pomigliano. Ecco perché i lavoratori protestano

Nuovi scioperi a scacchiera allo stabilimento Stellantis di Pomigliano. Ecco perché i lavoratori protestano
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Si scalda la situazione allo stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco, vicino a Napoli. La Fiom ha annunciato nuovi scioperi, questa volta a scacchiera nel sito in cui si producono Panda e Alfa Romeo Tonale. I lavoratori protestano per la decisione dell’azienda di aumentare i ritmi della produzione senza nuove assunzioni. Gli scioperi sono stati proclamati dalla Fiom (dalle 7 alle 8, dalle 9 alle 10, e dalle 14 alle 16), su diverse linee di produzione Panda, e Slai Cobas (dalle 9 alle 10 e dalle 15 alle 16 nel reparto Cdc), “per evitare perdite economiche ingenti ai lavoratori”. Le tute blu del sito intitolato al filosofo Giambattista Vico, hanno protestato contro i carichi di lavoro anche nei giorni scorsi, con cinque scioperi in tre giorni. “Attendiamo ancora una convocazione da parte dell’azienda – ha detto Mario Di Costanzo, della segreteria provinciale di Napoli della Fiom – senza la quale rischiamo di alzare il tiro e portare la protesta fuori dallo stabilimento”.

Secondo la Fiom l’adesione nei giorni scorsi è stata “quasi totale – spiegano – da parte dei lavoratori, stanchi di decisioni calate dall’alto“. “Gli straordinari scioperi dei lavoratori dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco chiedono di riconoscere la dignità“. Lo ha detto il segretario generale della Fiom, Michele De Palma, che oggi ha incontrato, al cambio turno, i dipendenti dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco (Napoli), dove sono in corso una serie di scioperi per protestare, tra l’altro, contro “il continuo aumento dei ritmi di lavoro”. De Palma, inoltre, è intervenuto sulla vertenza dei 28 lavoratori di Fca services, che saranno trasferiti ad una società terza per la cessione di ramo d’azienda di alcuni servizi. “Non è accettabile cedere parte dei lavoratori di Fca Services ad aziende americane senza nessuna garanzia occupazionale – ha concluso – Chiediamo il ritiro della procedura di cessione di ramo aziendale, così come dichiarato all’azienda”.

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