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Eurovision, nessun messaggio di Zelensky per la finale: “Spettacolo apolitico”. Uk: “Amareggiati”. Kiev: “Non abbiamo chiesto di esserci”

L'annuncio è arrivato dall'European Broadcasting Union (Ebu) che ha fatto sapere di aver respinto la richiesta di Zelensky di intervenire

di F. Q.

Non ci sarà nessun videomessaggio né intervento di alcun tipo del presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante la serata finale dell’Eurovision Song Contest. L’annuncio è arrivato dall’European Broadcasting Union (Ebu), che ha fatto sapere di aver respinto la richiesta di Zelensky di intervenire: l’evento è in corso a Liverpool, ma si sarebbe dovuto svolgere in Ucraina data la vittoria dello scorso anno della sua band Kalush Orchestra. Critiche da parte del governo britannico che si è detto “amareggiato”, come ha affermato il portavoce del premier Rishi Sunak. E ha aggiunto: “I valori e le libertà per cui il presidente Zelensky e il popolo ucraino stanno combattendo non sono politici, sono fondamentali”. Ma da Kiev arriva una smentita alle indiscrezioni circolate sui media: “L’ufficio del presidente ucraino non ha contattato gli organizzatori del concorso con una proposta di intervento online di Volodymyr Zelensky durante la finale o in qualsiasi altra fase”.

“L’Eurovision Song Contest è uno spettacolo di intrattenimento internazionale e si svolge in base a rigide regole e principi che sono stati stabiliti sin dalla sua creazione”, si legge in una nota dell’Ebu che sottolinea “la natura apolitica dell’evento”. Ed è proprio “questo principio che vieta la possibilità di fare dichiarazioni politiche o simili come parte del concorso“. La nota afferma quindi che la richiesta di Zelensky di rivolgersi al pubblico del concorso “purtroppo non può essere accolta in quanto sarebbe contraria alle regole dell’evento”, nonostante sia stata formulata con “lodevoli intenzioni”. Lo scorso anno Zelensky aveva fatto un appello su Telegram per votare la Kalush Orchestra. Insomma: nessuno scandalo che Zelensky non partecipi all’eurofestival.

Una scelta significativa da parte dell’organizzazione che rimanda la mente alle polemiche sull’intervento del presidente ucraino al Festival di Sanremo, quando per giorni si consumò lo scontro tra chi insisteva per la partecipazione di Zelensky (che poi si ridusse a un messaggio letto sul palco da Amadeus a notte fonda) e chi reputava inopportuno quell’intervento in uno show musicale. Tra gli argomenti dei favorevoli c’era proprio il fatto che Zelensky in quelle settimane fece il giro di numerosi eventi culturali e di spettacolo come festival del cinema o premi musicali. Tra i sostenitori della partecipazione, per esempio, ci fu anche Bruno Vespa che fece da “postino” – come disse lui stesso – tra l’ambasciata ucraina e la Rai. “Non capisco francamente tutto questo rumore – disse all’Ansa all’epoca -. Al Festival hanno partecipato alte personalità della politica internazionale e sono stati trattati tutti i temi sociali. Zelensky è stato ospite ai Festival di Cannes e Venezia, oltre che ai Golden Globes, e mi dispiace questo malanimo nei confronti di un uomo che si sta battendo con straordinario coraggio per salvare la libertà del proprio popolo”. Tra i politici si espose tra gli altri il presidente dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini: “Se serve per sensibilizzare milioni di persone rispetto al dramma che sta vivendo l’Ucraina la presenza di Zelensky può persino andare bene. Se invece deve diventare la spettacolarizzazione della guerra non è proprio il caso”. A favore si era espressa anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Non è mai facile far entrare la politica in una manifestazione come Sanremo, poi ci entra sempre, è sempre un tema molto delicato. Io avrei preferito che (Zelensky) ci fosse. L’unica cosa che veramente mi è dispiaciuta è che su un tema del genere ci sia stata una polemica”.

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