È stato rimosso dall’incarico che ricopriva dal marzo del 2018 Antonio Di Vietri, il segretario cittadino di Fratelli d’Italia di Lavello (Potenza), entrato nell’occhio del ciclone per post inneggianti al fascismo e al nazismo, da lui pubblicati circa 10 anni fa su Facebook e su Instagram (dove era registrato con il nickname fascio1975) e incredibilmente ignorati dal partito di Giorgia Meloni.
Prima della sua sospensione dal ruolo di responsabile di circolo, Di Vietri è stato contattato telefonicamente nella trasmissione La Zanzara (Radio24) per una intervista che Giuseppe Cruciani definisce “la meravigliosa testimonianza di un suicidio radiofonico”.

Di Vietri, incalzato da Cruciani, prima mena il can per l’aia dando risposte nonsense, poi giustifica con ripetuti mirror climbing le terribili parole scritte su Facebook il 21 novembre 2014 (“Sono razzista, sono patriota, sono nazionalista, sono Fascista, sono Nazista, sono stanco di vedere tante ingiustizie nei confronti degli italiani. Fuori dalle balle gente di merda. Infangano il nostro bel paese. Parassiti, pidocchiosi, ladri, assassini, stupratori, ubriaconi, siete la feccia del genere umano. Un solo posto è adatto a voi ed è molto caldo”).
“Ho scritto quelle cose perché mi apostrofavano – afferma Di Vietri – e ho risposto dicendo che ero stanco di vedere tutte quelle cose. Le mie foto a Predappio? Io non mi vergogno di andare a Predappio. È vietato andarci?”.
“Ma perché lei va a Predappio?”, chiede Cruciani.
“E lei perché va al mare o in montagna?”, rilancia il politico lucano.
“Per me lei può anche andare a fare in culo – interviene David Parenzo – È una località che uno può frequentare tranquillamente, come il mare, la montagna e Predappio”.

“Ma lei quindi, se va a Predappio e se su Instagram si fa chiamare fascio1975, è un ammiratore di Benito Mussolini“, osserva Cruciani.
“Ma qual è il problema di farsi chiamare fascio1975? – ribatte Di Vietri inciampando poi in uno strafalcione grammaticale – È vietato? È la mia data di nascita. Io sono un ragazzo che piace la storia. A me piacciono anche i Romani. Vuol dire che faccio apologia dei Romani? Vorrei andare a visitare Mosca. Significa che faccio l’apologia del comunismo?”.
“Lei pensa che Mussolini abbia fatto del bene?”, incalza Cruciani.
“Una intervista per telefono è difficile”, svicola l’ex segretario locale di Fratelli d’Italia.

L’ardito si è trasformato in un timido coniglietto“, ironizza Parenzo.
“Lei è il solito Parenzino provocatore”, replica Di Vietri.
“Ma no, abbia il coraggio di dire che è fascista – ribatte il giornalista – La Meloni sarà felice. Lo dica tranquillamente: ‘Io sono un fa-sci-sta’. Uno perché va a Predappio? A trovare la zia malata? Non credo. Ci va per trovare quella testa di cazzo di assassino”.
“Lo sa quante persone visitano Predappio ogni anno? – risponde Di Vietri – Sa che è un paese che vive sui souvenir venduti?”
“Ma che c’entra?”, chiedono all’unisono i due conduttori.

Cruciani successivamente legge alcuni post di Di Vietri inneggianti al nazismo e insultanti nei confronti degli ebrei. Il politico di Lavello prima si giustifica dicendo di aver trascritto il brano di un libro, poi sostiene che si tratta di post vecchi e chiede: “Ma lei è a favore della guerra in Palestina? Lei deve studiare. Ora io non ho davanti quello che lei sta leggendo”.
Alla fine Di Vietri si arrende all’evidenza e si becca il monito di Parenzo: “Qui il quadro è veramente drammatico. Io penso che nel suo partito le faranno un culo così”.
A quanto pare, è andata proprio in questo modo.

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