La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine dell’incontro con il cancelliere austriaco Karl Nehammer ha ostentato grande amicizia, collaborazione e accordo con gli austriaci sulle politiche migratorie. Non così è stato per lo spinoso tema che vede l’Italia in conflitto con l’Austria per le restizioni, tema sul quale non si è trovato nessun accordo. L’Italia vorrebbe liberalizzare i transiti per tutti i mezzi e ad ogni ora mentre l’Austria difende l’ambiente del corridoio alpini regolando i flussi dei Tir.

Continua infatti l’opera di convincimento degli Stati nazionali per definire e attuare una strategia comune per la digitalizzazione del corridoio del Brennero, in cui strada e ferrovia si completino a vicenda e si riduca l’onere inquinante per i territori. L’obiettivo è quello di trasferire il traffico passeggeri e merci sulla ferrovia e rendere più sostenibile il traffico su strada rimanente, da qui nasce l’idea del Brenner Digital Green Corridor. Prende sempre più forma la politica di gestione del traffico pesante lungo l’asse del Brennero.

È di qualche settimana fa infatti una dichiarazione d’intenti per l’adozione di un sistema di fasce orarie (ovvero con prenotazione obbligatoria e gratuita a fasce orarie) presa dai presidenti di Tirolo, Alto Adige e Baviera. Si tratta di sistema digitale a slot di gestione del traffico pesante cioè di una prenotazione obbligatoria e gratuita a fasce orarie così gestire il traffico per evitare gli incolonnamenti e mantenere un alto livello di sicurezza per i Tir. I tre governatori hanno inoltre esortato l’altro Paese membro (l’Italia) situato lungo il corridoio del Brennero a tornare al tavolo delle trattative per trovare una soluzione comune al problema del transito nel corridoio (lItalia e gli autotrasportatori non vogliono nessuna limitazione).

Per tutta risposta la reazione degli autotrasportatori di Conftrasporto sostiene che si voglia frenare ulteriormente il passaggio dei Tir al valico vanificando gli interventi del ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, che vorrebbe la liberalizzazione dei transiti al Brennero. Per Paolo Uggè, presidente di Fai-Conftrasporto ci sarebbe la volontà di isolare l’Italia con le sue merci e la sua economia. Gli autotrasportatori e il governo italiano recentemente si erano visti respingere un ricorso alla Corte di Giustizia europea la richiesta di messa in mora della Commissione europea per inazione nei confronti dell’Austria in relazione alla regolazione dei flussi di traffico dei Tir in Tirolo lungo il corridoio del Brennero. La causa era stata avanzata dagli autotrasportori italiani che avevano denunciato “un lassismo inaccettabile da parte delle istituzioni europee a danno del sistema italiano”. Ritenendo che la Commissione europea colpirebbe la capacità dell’Italia di esportare le merci fuori dai propri confini.

Quella della Corte è invece da ritenere una sentenza positiva perché la limitazione (notturna e festiva) dei flussi dei Tir in Austria ha come obiettivo la riduzione dell’inquinamento atmosferico sulle strade di un Paese membro della Ue. Tale obiettivo dovrebbe essere anche quello del governo italiano che con il ministro Salvini sostiene gli autotrasportatori. Invece in base al principio di reciprocità, tale corridoio “green” andrebbe esteso anche in territorio italiano. In una fase di emergenza climatica come l’attuale, il diritto alla libera circolazione delle merci a “prescindere“e la tutela delle imprese di autotrasporto deve venire dopo la tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini.

Nonostante le proteste delle associazioni degli autotrasportatori italiani e le prese di posizione del governo italiano, l’Austria prosegue nella sua politica di limitare o vietare il transito in Tirolo, lungo l’asse del Brennero, ai veicoli industriali. Tali divieti furono accentuati dal primo gennaio 2023, con l’abolizione di alcune esenzioni e l’obbligo per tutti i veicoli industriali di apporre sul parabrezza il bollino che indica il livello di emissioni inquinanti. Il governo italiano e Salvini sbagliano a ritenere che le misure che il Tirolo sta adottando dal 1 gennaio 2020 di limitazione alla circolazione di veicoli lungo il Corridoio del Brennero, violino il diritto europeo e danneggino il mercato unico europeo. Il provvedimento ha come obiettivo la riduzione del l’inquinamento atmosferico e del rumore sulle strade di un Paese membro della Ue e questo dovrebbe essere anche quello italiano visto che siamo, tra l’altro, nello stesso arco alpino.

I provvedimenti restrittivi della circolazione dei Tir Euro 4 e alcune altre limitazioni – non mettono in discussione l’interscambio commerciale tra Italia e Nord Europa. Le restrizioni provocano, secondo gli esperti, solo lievi danni economici agli autotrasportatori più inquinanti che sarebbero così incentivati all’acquisto di Tir meno inquinanti.

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