“Ma quale scudetto del riscatto: Napoli sta vivendo una stagione strepitosa. Piuttosto, è lo scudetto della gioia e della consapevolezza”. È categorica e al tempo stesso euforica Marisa Laurito: il suo Napoli è campione d’Italia per la terza volta e lei pensa a come festeggiarlo in grande stile. “Senza spogliarello, sia chiaro, è una fake news che è montata con un effetto valanga che sinceramente mi stupisce e mi diverte”, precisa a FqMagazine, che le fa notare come da ieri sera il suo nome sa in tendenza su tutti i social.
Insomma, Marisa, che fa: si spoglia o no?
Ma non diciamo fesserie. Nuda non mi ci vedrà nessuno. Ho solo risposto a una domanda sull’ipotesi vittoria dello scudetto, dicendo che mi sarei vestita con i colori della bandiera del Napoli fino al 4 giugno, magari senza niente sotto. Ma era una boutade divertente e divertita, nulla di più.
E dunque, come festeggerà?
Saranno festeggiamenti lunghi un mese, se non di più. Cominciamo sabato sera al Teatro Trianon Viviani, di cui sono direttrice artistica: è previsto uno spettacolo di Stefano Bollani, io sarò vestita con i colori dello scudetto e sicuramente regaleremo una festa inaspettata al pubblico in sala. Poi chissà.
C’è chi ha scritto che il terzo scudetto del Napoli è quello del riscatto. Le piace come definizione?
No, affatto. Ma quale riscatto? La città è al culmine del successo. La gente vuole venire a Napoli, gli stranieri invadono le vie della città, la creatività sta toccando vette importanti. Piuttosto, questo è lo scudetto della gioia e della consapevolezza, quella di una città straordinaria che regala tantissimo dal punto di vista intellettuale, culturale e anche sportivo.
Cosa le piace della squadra guidata da Luciano Spalletti?
Un tempo la star era Maradona e tutto sembrava ruotare intorno a lui. Oggi ci sono tanti talenti strepitosi che brillano grazie ad una guida solida come quella di Spalletti, al lavoro di Aurelio De Laurentis e alle intuizioni del direttore sportivo Cristiano Giuntoli. Su 38 giornate, siamo stati in testa per 36: credo sia veramente uno scudetto strameritato.
Lei disse a FqMagazine: “Napoli è una città con un’anima profonda, seduta su un tesoretto di cultura che va valorizzato ancora meglio”. E poi se la prese con Gomorra: “Ha messo un marchio terribile sulla città, lo spunto è tristemente reale ma è stato romanzato e ingigantito”.
Quell’anima profonda è alimentata da una vena creativa che sembra non esaurirsi mai. Ci sono i primati artistici del ‘700 ma oggi c’è la stazione della metro di Toledo che vince l’Oscar come opera sotterranea innovativa, c’è Mare Fuori che conquista i giovani di tutta Italia, ci sono i musei strapieni, c’è la canzone napoletana celebrata nel mondo grazie anche allo straordinario lavoro fatto dal mio amico Renzo Arbore. Abbiamo molto da dare e moltissimo da dire, andando oltre i cliché.
Lei è una cuoca eccellente: che sapore ha questo scudetto?
Sarebbe banale dire quello del ragù che abbiamo “pippiato” per decenni sperando di poterlo assaporare presto. Piuttosto, direi che ha il sapore di un dolce che mischia la tradizione di Babà e pastiere, ai dolci moderni come il fiocco di neve di Poppella. Tradizione e modernità, come la squadra del Napoli.
Il suo amico Luciano De Crescenzo cos’avrebbe detto del Napoli campione d’Italia?N
Non avrebbe detto nulla, sarebbe impazzito di gioia e sarebbe sceso in campo allo stadio a festeggiare come abbiamo fatto lui, io e Arbore nel 1990. In questi giorni non ho fatto altro che pensare a lui: me lo immagino a festeggiare con Troisi, Maradona e Gianni Minà, ovunque loro siano.