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Schlein e il caso personal shopper: è la stessa parola ‘immagine’ che mi disturba

Schlein e il caso personal shopper: è la stessa parola ‘immagine’ che mi disturba
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Me le immagino, queste riunioni di esperti della comunicazione, psicologi e pubblicitari, sondaggisti e consulenti di immagine: bisogna rassicurare il ceto medio, di sinistra ma non troppo, un tocco di femminilità e altre brillanti considerazioni.

Mi era piaciuta questa giovane donna, con la sua identità dichiarata, lascia a Meloni (peraltro simpatica, ahimè) Dio Patria e Famiglia, uno spreco di maiuscole. Aveva portato i giovani ai gazebo e smentito tutti i sondaggisti, al solito. Ho avuto un moto di fastidio quando tutti sapevano che si sarebbe candidata alla segreteria del Pd e lei diceva e non diceva “Conta il progetto”, se ne parla domani, in politichese puro, non all’altezza di un Moro che nessuno capiva o di un Forlani capace di fare melina per ore pur di non rispondere.

Mi era piaciuto che si dichiarasse gay e di famiglia ebrea, meno che specificasse che però il padre non era osservante. Ebreo ma non troppo. I buoni studi, il lavoro con Bonaccini. Quanto ai soldi, non occorre essere indigenti per avere delle opinioni di sinistra. Un mio amico, ricco assicuratore, a chi gli contestava la sua tessera del Pci diceva in modo provocatorio: facile essere comunista quando sei operaio.

L’italiano medio, così tristemente rappresentato da Sordi, diceva: Berlusconi non ha bisogno di rubare, è già ricco. Vabbè, qualche legge ad (propriam) personam ci sta. Ma dovevi proprio parlare del personal shopper per curare il tuo stile, come una sciura di quell’alta borghesia ignorante? Ma dai, personal shopper, fa anche ridere. Il Pd sulla comunicazione non ne azzecca una, vedi la campagna di Letta, persona intelligente e seria, che meritava di meglio di quei manifesti brutti Riso o pasta? Calcio o ciclismo? Buoni o cattivi? Con chi stai?

E’ la stessa parola immagine che disturba. Berlinguer non credo che curasse l’immagine, era se stesso e la gente lo capiva. La foto in braccio a Benigni, con quel sorriso timido, dice più di cento manifesti. Quei leader che sono se stessi sono capiti e magari stimati anche dagli avversari. Sto con Bersani e mi piace come argomenta, ma rispetto Crosetto, da cui mi divide tutto il resto. Il sobrio Monti, che voleva privatizzare la sanità, ingaggiò un consulente di Obama. Si è visto come è andata. Ricordo quando Daria Bignardi gli tese un agguato, mettendogli in braccio un cagnolino in trasmissione. Se avesse detto “se voglio un cane me lo scelgo da solo, al canile o in allevamento”, forse lo avrei votato, invece pensò che era meglio mostrare il suo lato umano, anche se ancora è arrabbiato con Bignardi e forse ha lasciato il cane al canile.

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