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Fuga di Artem Uss, il ministro Nordio manda gli ispettori per indagare sulla concessione dei domiciliari al russo

Fuga di Artem Uss, il ministro Nordio manda gli ispettori per indagare sulla concessione dei domiciliari al russo
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Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha disposto nei giorni scorsi accertamenti di natura ispettiva in merito alla sostituzione della misura della custodia cautelare in carcere con gli arresti domiciliari con braccialetto elettronico nei confronti dell’uomo d’affari russo Artem Uss, evaso lo scorso 22 marzo il giorno dopo che la Corte d’Appello milanese aveva dato il via libera all’estradizione richiesta dagli Usa. “Quando è stato arrestato Matteo Messina Denaro si è trattato di una vittoria dello Stato di cui il governo si è preso parte del merito. Sul caso Artem Uss, invece, il governo dice di non avere alcuna responsabilità. Nordio e Piantedosi rispondano alla interrogazione di +Europa e chiariscano come è potuta avvenire la fuga della spia russa nonostante il mandato internazionale”, scrive su twitter il segretario di Più Europa Riccardo Magi. “Sul caso Artem Uss il silenzio del governo era inquietante, ora è intollerabile. Oggi il padre ringrazia Putin e ‘amicì stranieri per l’evasione milanese. Il Partito democratico depositerà un’interrogazione. Spieghino cosa è successo. Ne va della credibilità internazionale dell’Italia”, aveva annunciato ieri via twitter il deputato Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.

Sulla fuga è in corso un’inchiesta della Procura di Milano. In base alla ricostruzione effettuata con il materiale di telecamere, tabulati e testimoni ascoltati, è emerso che il 40enne sarebbe riuscito a lasciare l’Italia in poche ore in macchina, cambiando più auto e con documenti falsi, attraverso il confine triestino. È quindi entrato in Slovenia ed è arrivato fino in Serbia e da là è tornato in Russia, forse con un volo. Sarebbe stato aiutato da un gruppo operativo composto da meno di dieci persone, pare 6 o 7 e dell’Est Europa, alcune già identificate e indagate (quattro o cinque in totale) e altre da identificare. La Procura sta indagando pure su un “secondo livello”, probabilmente uomini dei servizi segreti russi che avrebbero pianificato quel blitz “chirurgico”. Il braccialetto elettronico, che non è stato ritrovato, aveva dato l’allarme ma, quando le forze dell’ordine sono arrivate quel pomeriggio, Uss era già salito su un’auto e sparito nel nulla e il braccialetto non aveva un sistema di gps.

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