Ieri un’amica storica dell’arte mi ha mandato alcune foto del centro storico di Roma. La via, enorme peraltro, che collega Bocca di Verità con Piazza Venezia era una specie di marea umana scura, impressionante. Poi il Colosseo: che non si vedeva, o meglio spuntava dietro una folla enorme di persone che, probabilmente, non si aspettavano di dover spintonare e lottare per entrare nel monumento per il quale erano venuti a Roma. D’altronde i dati, solo per Roma, di questa Pasqua erano impressionanti, roba da prendere la macchina e fuggire via, cosa che in molti hanno fatto. Un milione di presenze, il che significa praticamente che Roma durante i giorni di Pasqua ha avuto e ha una un terzo di abitanti in più.

Ma il fenomeno dell’over tourism, o del turismo di massa incontrollato, ha riguardato in questi giorni le città d’arte più importanti, Firenze come Venezia, e anche luoghi non urbani come le Cinque Terre, per le quali gli amministratori locali stanno chiedendo disperatamente il numero chiuso.

Dalle immondizia alle emissioni, tutte le conseguenze

Cosa significa che una quantità enorme e incontrollata di persone si riversa nei centri storici e non solo? Significa immondizia incontrollata, a Roma non ci sono cestini nel centro storico, figuriamoci, per non parlare ovviamente dei rifiuti prodotti dai ristoranti. Significa autobus e metro messi sotto pressione, con disagi enormi per i residenti (A Roma autobus e metro funzionano malissimo anche nei periodi di turismo più basso, immaginiamo con un milione in più). Significa invasione di piazze storiche, che di fatto sono occupate interamente da turisti, quindi vietate ai residenti, con dehors piazzati ovunque fino all’inverosimile (i controlli ci sono sì, ma, parlo almeno per Roma, vedendo gli abusi è facile pensare che per gli esercenti sia meglio rischiare un controllo che perdere l’incasso).

Il turismo di massa significa anche un aumento delle emissioni di CO2, ovviamente, come se ne avessimo bisogno. E anche acqua consumata, se c’è un milione di persone in più. Significa che i palazzi del centro vengono invasi da case vacanze, costringendo i residenti ad andarsene e comunque facendo aumentare così tanto i prezzi delle case che nessun romano, magari quelli che servono ai tavoli dei ristoranti, può permettersi di vivere in centro o in zone limitrofe. E significa anche che alcuni monumenti a cielo aperto sono a rischio, bastava anche qui guardare una foto della Fontana di Trevi di fronte a cui la gente era ammassata in maniera inverosimile per capire quanto fragili ed esposti siano i nostri monumenti.

Se il problema sono gli ecovandali

Ecco, a fronte di tutto questo, per il governo attuale, ideologico, securitario, incapace su ogni fronte, il problema invece è come punire e sanzionare gli “ecovandali” che gettano vernice lavabile o carbone vegetale nelle fontane. Carcere fino a tre anni, multe di 60.000. Una proposta di legge folle, pazza, insensata, che solo persone veramente cieche di fronte ai fatti potevano produrre. Eppure quelle persone, che appoggiano ristoratori, concessionari di spiagge, albergatori e così via nulla stanno dicendo rispetto alla questione del turismo di massa che sta uccidendo i luoghi d’arte e naturalistici.

La parola d’ordine è una sola: far fare soldi a queste categorie ben rappresentate al governo, aumentare il pil e poco altro. La ministra Santanché ha provato a dire che sì, bisogna forse arrestare la proliferazione di b&b, ma soprattutto evitando quelli abusivi, “la proprietà privata per noi è sacra”. E niente numero chiuso, sacrilegio, per carità.

Destra e sinistra, (quasi) pari sono

Ma non è che con le amministrazioni di sinistra vada tanto meglio. Cito sempre il caso Roma. Ora pare che l’amministrazione voglia chiedere un freno alle case vacanze che stanno, anche quelle, distruggendo i centri storici. Forse sotto pressione di inchieste della stampa. Ma è storia di pochi giorni fa l’incontro tra Gualtieri e il Ceo di Airbnb, in cui il sindaco si dichiarava fiero dell’accordo contro gli abusivi, quelli che non si dichiarano al comune, senza dire una parole sulle possibili limitazioni.

Ho pensato che il Ceo sarà stato molto soddisfatto, l’unica città turistica d’Europa dove ancora non ci sono limitazioni ai giorni di affitto di secondo case. Per non parlare dell’Assessore capitolino, Alessandro Onorato, al Turismo, Grandi Eventi, Sport e Moda (e già questo dice tutto), che pare un assessore di centro destra. La sua visione è questa: moltiplicare gli alberghi di lusso, favorire il turismo di lusso, di cui è ossessionato, come se i turisti non ricchi fossero di serie b, moltiplicare i maxi eventi a Roma, quelli da milioni di persone che deturpano e distruggono, pompare attraverso una martellante campagna pubblicitaria l’immagine di Roma, anzi lui lo chiama “il brand Roma” all’estero. E parliamo, appunto, di un assessore di centro-sinistra.

Basta con la retorica del “turismo che produce ricchezza”

I risultati di queste “politiche” si vedono. Abbagliati da film sulla “dolce vita” Roma, girati sempre nel centro storico di Roma, chi ci vive lo sa perché non passa giorno in cui i set cinematografici occupino intere strade per girare a costo zero (non pagano nulla a Roma perché fanno promozione) i loro film, i turisti si riversano i massa nella capitale sperando di sperimentare cibo squisito, accoglienza meravigliosa, tramonti a luce di candela. E si trovano invece ammassati davanti al Colosseo, costretti a fare file chilometriche a quei ristoranti che servono per lo più piatti turistici a prezzi folli, a impazzire cercando di prendere un autobus o una metro (se non sono quelli ricchi, che girano con i van neri).

Torneranno? Non credo, ma anche questo il governo, e i ristoratori, non lo capiscono, per loro basta fare più cassa possibile nel presente. Nessuna visione del futuro, nessuna progettualità. Eppure ci bombardano con la retorica per cui il turismo crea ricchezza. Ma per chi? E come è redistribuita? Ai residenti delle città e di altri luoghi, che non abbiano alberghi o ristoranti, di tutta questa enorme ricchezza non viene nulla, sono solo costretti a subire e la loro qualità di vita peggiora ulteriormente. Mentre le loro città vengono deturpate, messe sotto pressione in maniera indicibile, da un turismo di massa impazzito e fuori controllo. Che non ci porterà, no, da nessuna parte. Sarebbe ora di dire basta.

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