In sintesi, il gruppo si studio, in collaborazione con i medici del Massachusetts General Hospital, ha analizzato l’urina di una dozzina di donne incinte che stavano già partecipando a uno studio sulla fertilità. Le donne sono state tutte sottoposte a un’ecografia di routine nel secondo trimestre. A quel punto, i ricercatori di Harvard hanno prelevato tre campioni di urina da ciascuna donna: uno prima della scansione, un secondo campione 1 o 2 ore dopo la scansione, e un terzo campione di urina da 7 a 12 ore dopo. Che cos’è emerso? Dopo le analisi, è stata rilevata la presenza di 19 diversi ftalati e 11 diversi fenoli. Gli ftalati hanno raggiunto concentrazioni di picco nelle urine delle donne in gravidanza a circa 7-12 ore dopo l’esposizione al gel per ultrasuoni. Inoltre, la concentrazione di quasi tutte le sostanze chimiche testate nelle urine delle donne era più alta nel terzo campione di urina, ossia quasi 8 ore dopo le scansioni. I dati hanno suggerito che le alte concentrazioni di ftalati nelle urine delle donne erano dovute all’esposizione al gel per ultrasuoni. Detto questo, gli stessi ricercatori hanno concluso che erano necessari ulteriori studi per avere altre conferme. La cosa più importante era che la loro ricerca aveva identificato potenzialmente una fonte precedentemente sconosciuta di esposizione a ftalati e parabeni tra le donne incinte sottoposte a esame ecografico di routine. Abbiamo chiesto quindi ad alcuni esperti di riprendere questi dati per raccontare al FattoQuotidiano.it quale sia il reale rischio di un’esposizione a queste sostanze, soprattutto quando ci si sottopone a un’ecografia utilizzando uno specifico gel.

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I gel per le ecografie fanno male? Nel mirino gli “interferenti endocrini”: ecco come si possono difendere le donne in gravidanza dai prodotti con ftalati

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