Lo scorso anno il sindaco di Sabaudia, Alberto Mosca, aveva imposto l’apertura del varco vicino alla villa del giornalista e direttore del Tg5 Clemente Mimun, per l’accesso facilitato alla spiaggia. Ma il Tar di Latina ha bocciato l’ordinanza.

Secondo quanto riportato da Repubblica, nella zona di Torre Paola, dove si trovano molte ville di personaggi noti, permane infatti il problema dell’accesso difficoltoso alla spiaggia, e questa è l’ennesima stroncatura di uno dei tanti provvedimenti emergenziali adottati negli anni per tentare di risolvere il problema. Un altro grattacapo per la prossima stagione estiva, già assillata dai problemi della strada Lungomare, che risulta ancora da sistemare dopo i crolli dei mesi scorsi e dopo la revoca di diverse concessioni balneari, a causa di abusi verificatisi nel corso degli anni. Tutto questo ha portato a ridurre il numero dei lidi di circa il 50% nel piccolo comune in provincia di Latina.

I varchi nello specifico possono essere utilizzati solo dai frontisti, cioè i proprietari degli immobili costruiti sulle sponde del lago di Paola e antistanti quelli con vista mare. Lo scorso anno da parte dello stesso Tribunale amministrativo era stato chiesto al Comune di riconoscere il diritto della collettività ad accedere liberamente alla spiaggia: il sindaco Mosca aveva utilizzato le ordinanze e aveva imposto il rispetto delle servitù di passaggio originariamente previste nel piano di lottizzazione (nonostante alcune di queste vie non esistano più), l’apertura del varco che un tempo era stato utilizzato da Alberto Moravia e quello di proprietà di Clemente Mimun.

“Farò verificare se l’ordinanza viola i miei diritti”, aveva dichiarato il direttore del Tg5. La moglie di Mimun, Karen Rubi, insieme ai frontisti, aveva fatto ricorso tramite gli avvocati Luca Amedeo Melegari e Sergio Santoro. Il Tar, dopo che l’ordinanza è stata criticata anche dal Ministero dell’interno, l’ha annullata, confermando che non può essere sottratta ai legittimi proprietari una proprietà con un provvedimento d’imperio, visto che il cosiddetto “varco Mimun” è sempre stato privato, senza uso da parte della collettività.

Lo stesso Tar ha invece convalidato l’ordinanza con cui lo stesso sindaco Mosca ha imposto la riapertura del varco Moravia, che era stato chiuso dopo che la villa, che era appartenuta in parte allo scrittore e in parte a Pier Paolo Pasolini, era stata acquistata dalla società Oprafin, società di un imprenditore romano che opera nel settore dei trasporti. Per la riapertura del varco si è adoperata soprattutto l’associazione “Il Fortino“, associazione di cui l’autore de Gli Indifferenti è stato socio. Dagli anni ’70 quel sentiero era sempre stato liberamente utilizzato dalla collettività. I giudici amministrativi hanno aggiunto che a Sabaudia è importante che i varchi siano aperti, per “assicurare interventi di soccorso tempestivi”, e che invece quelli presenti “nel tratto di costa da via Principe di Piemonte a Torre Paola, soprattutto nelle zone delle ville, sono gravemente insufficienti”. In passato è stata avanzata l’ipotesi di inserire gli accessi nel piano di gestione degli arenili, scelta condivisa con i proprietari delle ville.

Resta però complicata anche la situazione dei servizi balneari. Dopo che sette chioschi hanno visto revocarsi l’autorizzazione, è stata avviata la revoca anche per le concessioni di altri sei lidi: “Da Tony”, “Coalsa”, “Elisium”, di Mario Gangi, “Le streghe” e “Marilandia”. Considerati gli abusi contestati a diversi lidi durante gli anni, a stretto giro potrebbero scattare anche altre revoche.

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