L’Arena di Verona non consente una regolare fruizione dei concerti da parte degli spettatori disabili. Per questo la Fondazione Arena di Verona, la società a responsabilità limitata Arena di Verona che si occupa degli spettacoli dell’Extra Lirica e l’organizzatore Vivo Concerti sono stati condannati dal giudice civile Massimo Vaccari per condotta discriminatoria nei confronti delle persone con disabilità. La decisione non riguarda le opere liriche, ma gli altri concerti che sono gestiti dalla srl di cui era amministratore, fino al dicembre scorso, Gianmarco Mazzi, eletto deputato con Fratelli d’Italia a settembre e diventato dal 31 ottobre sottosegretario alla cultura. La sentenza infiamma il clima culturale a Verona, già incandescente dopo la conferma nel ruolo di sovrintendente di Cecilia Gasdia (Fratelli d’Italia), con una votazione del consiglio di indirizzo di Fondazione che ha messo in minoranza il sindaco di centrosinistra Damiano Tommasi.

Il ricorso al Tribunale scaligero era stato presentato da Sofia Righetti, veronese, 35 anni (nel 2014 è stata campionessa italiano di sci paralimpico), assistita dall’Associazione Luca Coscioni. La decisione ha stabilito che le persone disabili che accedono nell’Arena di Verona per assistere agli eventi dal vivo sono discriminate rispetto agli altri spettatori. I posti che vengono loro assegnati, infatti, non consentono di seguire lo spettacolo. Accade durante i concerti che chi è seduto in platea si alzi in piedi, ballando e muovendosi. Chi sta in carrozzina non riesce neppure a vedere il palco e si deve accontentare di uno spettacolo dimezzato. Le due società veronesi sono state condannate a cessare la condotta discriminatoria, provvedendo entro il 31 dicembre 2023 alla realizzazione di due pedane leggermente sopraelevate dove possano trovare posto 30 spettatori con disabilità. Questo comporterà la rimozione di 76 poltroncine in fondo alla platea. Infine, il danno subito da Sofia Righetti durante un concerto degli “Evanescence” è stato quantificato in 3.500 euro.

Le lamentele si susseguivano da alcuni anni. L’associazione Luca Coscioni le ha raccolte e sta fornendo assistenza legale anche a un’altra ragazza con disabilità, Valentina Tomirotti, che il 29 settembre 2019 non riuscì a vedere il concerto del cantautore e rapper italiano Coez. “Vigileremo affinché gli ordini e le prescrizioni impartite dal Tribunale di Verona vengano rigorosamente rispettati dalle società che sovrintendono e organizzano i concerti in Arena – hanno dichiarato gli avvocati Alessandro Gerardi e Rocco Berardo – Siamo anche consapevoli che il problema non è circoscritto all’Arena, ma è esteso su tutto il territorio nazionale e riguarda palazzetti, stadi e tanti altri posti all’interno dei quali le postazioni dedicate alle persone con disabilità sono ubicate in fondo alla platea”.

Fondazione Arena e la Arena di Verona srl avevano cercato di scaricare sugli organizzatori di Vivo Concerti l’obbligo di “garantire alla spettatrice la visibilità dal posto per il quale aveva venduto il biglietto” attraverso un’adeguata gestione del pubblico. Siccome nei contratti non ci sono clausole al riguardo, anche Vivo Concerti è stata condannata per discriminazione. I responsabili dell’Arena avevano anche adombrato nella realizzazione delle due pedane una forma di lesione alla dignità dei disabili e un ostacolo alla visione dell’anfiteatro romano nella sua integrità architettonica. Il giudice ha spiegato che la visibilità del monumento è già alterata dalle poltroncine, dal palco e dalle apparecchiature per il concerto.

“Non siamo sorpresi dalla sentenza – ha commentato il gruppo veronese di Sinistra Italiana – è da tempo che denunciamo l’incompetenza e la pessima gestione degli organismi dirigenti di Fondazione Arena imposti dalla destra. Basti pensare all’inchiesta aperta dalla Direzione Investigativa Antimafia sulle infiltrazioni ‘ndranghetiste e le sovra-fatturazioni relative agli appalti di Fondazione Arena. La soluzione, almeno per quel che concerne l’extra-lirica, sta nel ricondurre al Comune la gestione diretta”. Ma proprio su Arena di Verona srl ha messo le mani il gruppo che ha appoggiato il sovrintendente Cecilia Gasdia, cambiando gli amministratori senza neppure comunicarlo al Comune di Verona che ne è l’unico socio. “Un comportamento arrogante e prepotente” hanno commentato l’assessore al bilancio Michele Bertucco e la consigliera comunale Jessica Cugini, di Sinistra Civica Ecologista.

La sentenza è diventata di pubblico dominio proprio il giorno in cui il sindaco Tommasi si è recato a Roma per partecipare alla cabina di regia per le Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026. L’Arena, infatti, ospiterà la cerimonia di chiusura dei Giochi e di inaugurazione delle Paraolimpiadi. Serviranno 15 milioni di euro per i lavori che garantiscano l’accessibilità a tutti.

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