Cultura

Maggio Fiorentino, il commissario Cutaia sbloccherà gli stipendi: “Ce la faremo: teatro, orchestra e coro sono beni preziosi per tutta Italia”

Il dirigente del ministero esordisce alla guida della fondazione lirica e fa appello a Giani e Nardella: "Non tutto sarà semplice, ma le cose si possono mettere a posto"

di Marco Ferri

E venne il giorno di Onofrio Cutaia. Il direttore generale Creatività Contemporanea del ministero della Cultura è da poche ore commissario straordinario della Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Già prima di entrare ufficialmente in carica, rispondendo a una precisa domanda de ilfattoquotidiano.it, ha risposto che conta “di riattivare il conto corrente della Fondazione per pagare gli stipendi dei dipendenti, ma in una maniera ragionevole, cioè senza toccare assolutamente i fondi dedicati dallo Stato ad altro titolo (cioè per ripianare il debito di oltre 50 milioni di euro tuttora esistente nel bilancio dell’ente, ndr). Ci sarà però modo di poter probabilmente usufruire di risorse che sono già nelle casse della Fondazione ad altro titolo, provenienti da altre fonti di finanziamento”.

Il resto – le “criticità del Maggio”, come le ha definite il ministro Sangiuliano, così come la presenza dell’enorme debito – avrà bisogno invece di molto più tempo per cercare di essere avviato a soluzione. Anche perché si tratta di problemi pressoché storicizzati, che arrivano da lontano e per la soluzione dei quali oggi, dopo Salvo Nastasi nel 2005 e Francesco Bianchi nel 2013, la fondazione lirica fiorentina colleziona il suo terzo commissario. Probabilmente un record.

Per Cutaia si prospetta quindi un cammino assai difficile: “Sì, nasce già tortuoso – afferma – perché non è una situazione di normalità, ma evidentemente di difficoltà. Altrimenti non si sarebbe reso necessario un periodo di amministrazione straordinaria. Ciò non significa che non si possano mettere le cose a posto. Non tutto sarà semplice perché se ci sono delle difficoltà bisogna risalire fino al cuore di queste e risolverle. Personalmente sono ottimista che le cose possano assumere una loro forma positiva. Sarà necessario del tempo, occorrerà studiare bene le cose, però mi sembra che si possa fare“.

A questo punto sarà interessante capire come deciderà di muoversi il commissario straordinario: “Molto presto inizierò a valutare, studiare, capire le cose – dice Cutaia – e non sarei serio se adesso fornissi delle risposte nette. Cercherò di agire in tempi ragionevoli, però posso già affermare che sono due cose distinte il debito pregresso e l’ordinaria amministrazione. Il primo è molto forte, probabilmente il più consistente tra le fondazioni lirico-sinfoniche. Però si possono trovare delle strade equilibrate di rientro e su questo conto moltissimo anche sulla partecipazione, sulla vicinanza sia del Comune, sia della Regione“.

Quest’ultima affermazione lascia quanto meno perplessi, poiché la Regione Toscana, il Comune di Firenze e, adesso, la Città Metropolitana (che ha preso il posto della Provincia) versano costantemente somme ingenti al Maggio, senza per altro intaccare proprio quel debito. Un esempio? Nel 2021 le tre istituzioni pubbliche versarono 8,8 milioni di euro nelle casse dell’ente lirico, che sommati ai quasi 17 milioni di euro del Fondo Unico dello Spettacolo dello Stato, fecero salire a circa 26 milioni di euro la somma di soldi pubblici per il Maggio. Un’enormità.

Adesso Cutaia pare si aspetti che i tre enti territoriali versino altro denaro pubblico per ripianare in parte o in toto il debito del Maggio che sembra non abbia responsabili: chissà cosa ne penseranno il presidente Eugenio Giani, il sindaco Dario Nardella e soprattutto i cittadini toscani. Secondo il neo-commissario sarà quindi necessario accertare come si è arrivati al debito per trovare le soluzioni giuste; di altro tipo saranno invece le questioni di ordinaria amministrazione, tra cui gli stipendi: “Gli impegni vano onorati da parte della Fondazione – aggiunge Cutaia – e per questi mi pare che si possa trovare una strada abbastanza ragionevole e veloce”.

Mettendo insieme tutti questi problemi così concentrati – il debito pesantissimo e le ricorrenti crisi di liquidità anche per l’ordinario – in queste settimane c’è chi si è chiesto se una Fondazione lirico-sinfonica così concepita sia da ritenere sostenibile: “Io sono cauto, ma comprendo l’osservazione. Sono stato chiamato per risolvere la situazione. Lo sforzo sarà forte e occorrerà la volontà di tutti. Il Maggio, il suo coro, la sua orchestra, i suoi lavoratori sono preziosi non solo per Firenze, ma per l’intero Paese, un bene che va assolutamente salvaguardato. A tale scopo cercheremo di fare di tutto per ottenere un po’ più di equilibrio tra fondi pubblici investiti in un’importante istituzione culturale e, probabilmente, apporto di privati e di botteghino, che potrà essere aumentato”.

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