“Le carne bianche in mensa non sono cotte a sufficienza. Ora vogliamo solo menù vegetariani”. Così hanno scritto nero su bianco 227 su 430 famiglie della scuola “Giusti-D’Assisi”, zona Sarpi di Milano. Nemmeno il tempo della protesta e oggi “Milano Ristorazione” ha presentato a mamme e papà i risultati ufficiali delle analisi dell’Università di Milano sulla cottura del cibo del primo febbraio scorso, il giorno incriminato: tutto ok.

Una guerra tra genitori e Comune e in mezzo il dirigente Valerio Cipollone che sta cercando di fare da mediatore tra i due contendenti. Tutto nasce da un pranzo del mese scorso, cui partecipava anche il preside che non avrebbe notato niente di strano. I componenti della Commissione Mensa, tuttavia, nella lettera scrivono di “serio rischio batteriologico” per tre episodi che riguardano una piatto di lonza cotto male, dei bocconcini di tacchino, e in un’ altro caso delle rustichelle di pollo.

I commissari hanno raccontato al Corriere della Sera che per tutto il mese di febbraio e in marzo si sono alternati per essere presenti in mensa ogni volta che veniva servita la carne: “Abbiamo usato i canali ufficiali, inviato documentazione e anche ottenuto il campionamento della carne non ritenuta idonea, ma non siamo ai riusciti a ottenere il risultato delle analisi e nemmeno una risposta formale da Milano Ristorazione, se non generiche spiegazioni dal personale di sala”.

A buttare acqua sul fuoco ci pensa il presidente di Milano Ristorazione, Bernardo Notarangelo, che a ilFattoQuotidiano.it spiega: “Proprio oggi sono arrivati i dati ufficiali delle analisi che abbiamo fatto fare all’Università: non c’è stato alcun problema, la carne era cotta e non c’è alcun rischio batteriologico. Non lasceremo nulla al caso. Stiamo procedendo per far analizzare anche i piatti rilevati il 9 marzo. C’è da parte nostra la massima serietà, onestà e professionalità: abbiamo anche invitato i genitori che hanno scritto la lettera a visitare il nostro centro cottura per rendersi conto con i propri occhi della questione”.

Notarangelo comprende la preoccupazione di mamme e papà ma è pronto a rassicurarli ed è in costante contatto con il dirigente della scuola: “Domani è la volta della carne e vedremo che succederà. Non ho idea di cosa vogliano fare i genitori soprattutto a fronte della notizia dei dati di oggi. E’, tuttavia, impensabile attivare 227 menù vegetariani dall’oggi al domani perché tutto grava su un addetto alla segreteria che deve trasmettere all’azienda fornitrice dei pasti”. Per parte sua, il preside cerca di restare con i piedi per terra. E’ convinto che si risolveranno le cose con la ragione ma intanto domani sarà in mensa per vigilare sul caso.

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