Il trend degli insetti o degli alimenti a base di insetti, altamente nutrienti e considerati un’alternativa ad altri alimenti ricchi di proteine, prende origine almeno dai primi anni Duemila. Tuttavia, soprattutto nelle ultime settimane, l’argomento è sotto le luci dei riflettori dell’opinione pubblica, dopo il recente via libera alla commercializzazione in Europa di alcuni novel food.

La Commissione europea però a fine gennaio non ha autorizzato tutti gli alimenti a base di insetti, ma solo una particolare polvere di grillo prodotta da un’azienda vietnamita. Eppure, l’occasione ha giustamente aperto il dibattito su tutti i fronti della vicenda, generando talora confusione e allarmismo.

Da anni il mondo dell’alimentazione vede negli insetti, e in generale nelle cosiddette proteine alternative, una risposta all’aumento del costo delle proteine animali e al loro impatto ambientale, all’incremento demografico e alla crescente domanda di proteine tra le classi medie. Ma nel settore dell’alimentazione umana, in alcuni paesi, gli insetti sono ancora visti come una scelta verso la quale rimangono molti pregiudizi.

Il dubbio è motivato, perché al momento molte domande non trovano ancora risposta. Le prime incognite, infatti, sono sia di natura economica che ambientale. Ad oggi i prodotti a base di insetti sono molto costosi e hanno disponibilità limitata. Inoltre c’è da chiedersi se davvero produrre insetti da mangiare rientri nelle pratiche ecologiche della transizione e riduca la produzione di CO2. Sul basso impatto ambientale c’è ancora molto da stabilire: il settore è relativamente piccolo, di conseguenza è difficile stimarne con precisione l’impatto che andrebbe invece valutato quando il settore avrà maggiori dimensioni, con tutte le implicazioni del caso per la sua filiera produttiva e logistica.

Infine, la preoccupazione più importante: quella relativa alla sicurezza alimentare e alla tutela del consumatore. Cittadini e associazioni di categoria sono da tempo sul piede di guerra, perché gli interrogativi in termini di sicurezza alimentare sono numerosi, soprattutto per chi soffre di allergie alimentari. Occhio infatti agli allergeni perché le attuali conoscenze disponibili in letteratura scientifica suggeriscono che le proteine degli insetti possano causare reazioni allergiche negli esseri umani e negli animali esattamente come accade con altri artropodi (crostacei, gamberi, scampi e altri).

Quello che è sicuro è che insetti o farine di insetti non potranno essere usati di nascosto o in maniera fraudolenta. Non essendoci regolamenti specifici su tali alimenti, al momento si applicano le regole già utilizzate per il resto del settore alimentare. In questo caso il Regolamento UE 2015/2283 che comprende la categoria dei “novel food”. L’approvazione alla commercializzazione deve infatti seguire il parere favorevole della Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) che, nel caso della farina di grillo, si era già espressa positivamente da un anno, suggerendo comunque la necessità di includere nell’etichetta informazioni sul rischio di eventuali reazioni allergiche.

Sulla base e solo dopo le indicazioni dell’EFSA, la Commissione europea ha dato il proprio parere positivo a inizio anno. Quindi sarà impossibile non riportare tutte le informazioni nell’etichetta, e magari non sapere della presenza degli insetti come ingredienti degli alimenti che finiranno sulla nostra tavola. Il consumatore sarà tutelato, ma è bene continuare a raccogliere informazioni, perché in attesa di approvazione per EFSA e UE ci sono già un’altra decina di domande.

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