Un traguardo storico per la tutela del pianeta, secondo le associazioni ambientaliste. Durante la notte di sabato 4 marzo, a New York, dopo una maratona di colloqui che andava avanti da diversi giorni, l’Onu ha finalmente raggiunto un accordo sul Trattato per la protezione dell’Alto Mare, ecosistema che rappresenta il 95 per cento della biosfera terrestre e che produce metà dell’ossigeno che respiriamo.

L’Alto Mare è infatti l’area marittima situata tra la Zona Economica Esclusiva (ZEE) nazionale – oltre le 200 miglia nautiche dalla costa, se dichiarata dagli Stati – e occupa circa due terzi dell’oceano. Questa zona è parte delle acque internazionali, e in essa è garantito per tutti gli Stati il diritto di pescare, navigare e fare ricerca. L’intesa, che è stata raggiunta grazia a un’inedita coalizione fra Ue, Usa, Gb e Cina, prevede la protezione di un terzo dei mari entro il 2030, come previsto dall’impegno, tuttavia non vincolante, preso dalla Conferenza dell’Onu sulla biodiversità.

I negoziati, iniziati al Palazzo di Vetro lo scorso 20 febbraio, si erano incagliati sulla condivisione delle risorse genetiche marine (il genoma di coralli, spugne, batteri) e gli eventuali profitti generati dalla loro commercializzazione in farmaci e cosmetici per esempio, e la procedura per la creazione di zone marine protette. L’Unione europea ha messo sul tavolo 40 milioni di dollari per facilitare la ratifica e l’attuazione iniziale dell’accordo. E’ stato formalizzato il quadro giuridico per istituire zone marine protette e prevista una conferenza delle parti (Cop) che si riunirà periodicamente per discutere di biodiversità e governance. I delegati dei Paesi si incontreranno per adottare formalmente il testo che non è suscettibile di rinegoziazione.

Csaba Korösi, presidente della 77ma sessione dell’Assemblea Generale ONU, ha ringraziato i delegati e la presidente della Conferenza Rena Lee “per aver raggiunto un consenso su un quadro giuridico globale per il #BBNJ (Intergovernmental Conference on Marine Biodiversity of Areas Beyond National Jurisdictionin Alto Mare). Questo è un enorme successo per il multilateralismo”, ha twittato. “Un esempio della trasformazione di cui il nostro mondo ha bisogno e che le persone che serviamo richiedono”, ha twittato

“L’oceano è cibo, energia, vita. Ci ha dato così tanto all’umanità: è tempo di restituire. Accolgo con favore l’accordo sull’alto mare; un trattato che proteggerà gli oceani oltre la giurisdizione nazionale. Ce l’abbiamo fatta!”, il commento della presidente della Commissione europea Ursula Von Der Leyen. E Veronica Frank, Political Advisor di Greenpeace, definisce l’accordo “un importante passo avanti per la tutela del pianeta”.

Articolo Precedente

Farina di insetti: una moda o un vero novel food? C’è un’importante preoccupazione

next
Articolo Successivo

“Avvelenati dal profitto”, in 700 a Pontedera contro lo smaltimento dell’amianto nella discarica chiusa 20 anni fa per saturazione

next