Il tema era già emerso nei giorni scorsi, durante il primo confronto del governo con le imprese e gli istituti di credito a valle dell’inatteso decreto che ha bloccato la cedibilità dei crediti fiscali. Il Mef aveva fatto presente che la capacità fiscale delle banche, esaurita secondo l’Abi che di conseguenza chiedeva la possibilità di compensare le detrazioni con gli F24 dei clienti, non risultava tale. Ora arriva la conferma del direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che in audizione alla commissione Finanze della Camera ha spiegato: “Considerando le rate dei bonus edilizi attualmente a disposizione delle banche per il 2023, pari a circa 9,5 miliardi di euro, risulterebbe una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi per circa 7,2 miliardi“. Ci sono poi le compagnie di assicurazione che potrebbero dare una mano se il governo rivedesse il decreto di febbraio: “Alcune di rilevanti dimensioni, pur avendone in teoria la capacità, non risultano finora aver acquistato e mantenuto in portafoglio bonus edilizi”.

La situazione ovviamente “risulta differenziata con riferimento alle singole banche” con alcune che “hanno sostanzialmente esaurito la “capienza fiscale” per l’acquisto di ulteriori crediti, mentre altre avrebbero ancora ampi margini”. Su base annua, in media, le banche avrebbero una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi pari a 6,9 miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026 e 15 miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2031. Il sistema bancario al momento risulta aver acquistato e comunicato alle Entrate 51,29 miliardi di euro di bonus, il 46,3% del totale, e ha ancora in capo rate da fruire per gli anni 2023 e successivi pari a 47,73 miliardi di euro.

Quanto alle imprese di assicurazione, considerando le rate dei bonus edilizi attualmente a disposizione delle compagnie per il 2023, pari a 1 miliardo di euro, risulterebbe una capacità di acquistare e assorbire in compensazione ulteriori bonus edilizi per 10,2 miliardi di euro su base annua. Negli anni successivi la capacità sarebbe di 10,2 miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2024 al 2026 e di 11,2 miliardi di euro per ciascuno degli anni dal 2027 al 2031. Le compagnie di assicurazione che finora hanno acquistato e mantenuto in portafoglio bonus edilizi sono “in numero contenuto rispetto al totale (15 compagnie su 120 soggetti con debiti ricorrenti annui maggiori di 5 milioni di euro) e nessuna ha esaurito la capacità di acquistare e compensare bonus edilizi”.

Ruffini ha anche chiarito che non è corretto affermare che ci siano “110 miliardi di crediti incagliati”: i crediti comunicati all’Agenzia delle Entrate da parte di imprese di costruzioni (20,3 miliardi), banche e settore assicurativo “non sono crediti che sono necessariamente incagliati, ma sono stati acquisiti e vanno in scadenza anno per anno di qui a dieci anni“. Ora “il tema è liberare la capacità fiscale di questi soggetti per poterne comprare altri””.

Intanto la presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio, Lilia Cavallari, in audizione sui crediti d’imposta ha rilevato: “Aver posto l’intero costo dell’intervento a totale carico dello Stato senza introdurre elementi di selettività ha generato una spesa nettamente superiore a quella per gli interventi di riqualificazione energetica agevolati in precedenza: il cosiddetto Ecobonus ammontava a circa 4,5 miliardi nel 2020″ mentre “gli investimenti asseverati a solo titolo di Superbonus energia a tutto gennaio 2023 hanno raggiunto i 65,2 miliardi di cui 49,7 completati”. Così “l’onere per la finanza pubblica ha superato sensibilmente le aspettative iniziali, che erano basate su una previsione ufficiale di spesa di 35 miliardi per l’intero periodo di validità della misura”. Pertanto “sommato” agli altri bonus edilizi, come bonus facciate, ristrutturazioni, “il costo delle agevolazioni è destinato a superare anche l’importo – già rivisto al rialzo – di 110 miliardi sottostante le previsioni ufficiali del conto economico delle Amministrazioni pubbliche risalenti alla Nadef dello scorso autunno”.

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