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Milano, le primarie Pd viste dalle case popolari: ‘Qui tutti erano comunisti, poi il partito è sparito e noi siamo rimasti soli. In sezione? Solo 35 voti’

“Il Pd è come il palazzo in cui sto: ci sono persone diverse che vivono vicine ma devono volersi capire per provare a stare insieme”. Il signor Saverio vive a Milano, nel quartiere di San Siro, da oltre trent’anni. Una zona che ospita lo stadio ma anche seimila alloggi popolari. “Qui ci vivono 15-16 mila persone” spiega il presidente del comitato di quartiere Davide Micco. Ma nella sezione Dem di via Monreale sono andati a votare alla prima fase “soltanto in 35 su una novantina di iscritti”. Lo racconta Gian Mario, pensionato del quartiere, che è uno dei trentacinque votanti. “Ma in quota Articolo Uno – precisa – ero iscritto al Pci ma mai al Pd”. In queste settimane ha seguito dal vivo la presentazione delle mozioni congressuali rimanendo sorpreso di un fatto: “non si è parlato dei temi del quartiere che sembrano essere estranei alla discussione”. Eppure da queste parti la sinistra faceva il pieno di voti in passato. “Ma c’era il Pci” scherza Alessandro, un altro pensionato che frequenta il Comitato di quartiere San Siro. Anche lui ricorda con nostalgia l’epoca in cui “c’erano talmente tanti iscritti al Pci che dovettero dividere in due una sezione. Ma il declino è iniziato negli anni Ottanta quando sono finiti i soldi per mettere a posto le case popolari e tutti i partiti se ne sono fregati. Io sono di sinistra ma il primo responsabile di quello che è successo è stata proprio la sinistra”.

E le case popolari hanno iniziato a cadere a pezzi. Lodovina, che abita in quartiere, mostra le facciate con l’intonaco che si stacca e le scale dei palazzi abbandonate a loro stesse: “Non tutte – ci tiene a precisare – ma non è possibile che accada”. Anche lei ha sempre votato sinistra e continuerà a votarla “a malincuore”. Perché? “Non vengono a chiedere niente, non si fanno vedere, vediamo di più quelli degli altri partiti”. E la destra qui ha guadagnato consensi. “San Siro non è distante geograficamente dal centro, qui abbiamo tre fermate della metro ma ci sono delle barrieri sociali ed economiche che allontanano le persone” approfondisce Micco.

“Ormai ci sono due Milano: quella delle persone perbene e quella dimenticata” spiega Alessandro. Due anime che qui a San Siro coesistono a pochi metri di distanza. Da un lato, le case popolari con l’intonaco scrostato, dall’altra i cantieri per nuovi complessi residenziali che saranno venduti a più di 6mila euro al metro quadro. “Il nuovo segretario del Pd dovrebbe ripartire da queste due parole: casa e lavoro, lavoro e casa”, dicono. A Milano i prezzi degli immobili sono schizzati e i nuovi arrivati faticano a trovare un alloggio. “Ma è pieno di case vuote – commenta Lodovina – soltanto nella mia scala su venti appartamenti, dieci sono liberi”. Secondo gli abitanti di San Siro il Pd dovrebbe ripartire da questo per provare a invertire la rotta. L’alternativa è lo “sfascio”, o il “suicidio”, come lo chiamano da queste parti. Ma la speranza di cambiare c’è ancora, per Saverio: “Il Pd è un partito di esseri umani e come tutti gli esseri umani, può cambiare”