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Banksy, il nuovo murale di San Valentino è un manifesto contro la violenza domestica

C’è poco romanticismo ma una chiara denuncia contro le violenze domestiche nell’immagine che Basky ha deciso di regalare ai muri di Margate, nel Kent, per questo 14 febbraio

di Antonella Zangaro

C’è poco romanticismo ma una chiara denuncia contro le violenze domestiche nell’immagine che Basky ha deciso di regalare ai muri di Margate, nel Kent, per questo 14 febbraio. Per la protagonista del murales reso pubblico in mattinata, niente fiori ma un dente rotto, niente cena a lume di candela in abito da sera, ma un occhio nero e guanti gialli da casalinga vera e immaginaria; una perfetta icona figlia degli anni ’50 e dei suoi stereotipi che, in ‘Valentine’s Day mascara’ soddisfatta, presenta lo scatto della sua rivalsa.

Lo street artist ha impresso la sua immagine su una parete di mattoni bianchi contro la quale era stato abbandonato un vecchio freezer, che entra a far parte dell’opera. Lì dentro giace, pace all’anima sua, il carnefice finito a gambe all’aria, che fa capolino senza nessuna identità. Lei è libera, sorride con l’occhio pesto mentre con le mani ancora trattiene il gesto di avere lanciato il bruto dentro al freezer con apertura dall’alto. Magari lo ha fatto mentre era intenta ad essere ancora una volta la brava casalinga e in cambio riceveva botte da orbi. C’è anche una sedia di plastica da giardino bianca senza una gamba, abbandonata lì davanti, in uno scenario di desolazione e solitudine; dietro ai palazzi, là dove nessuno può vedere e forse solo sentire. La denuncia dell’artista è stata diffusa anche sul suo profilo Instagram. Un augurio di San Valentino a tutte le donne che possano trovare il coraggio di scaricare il loro carnefice che vive tra le mura di casa. Poi, magari, via anche i guanti ed il grembiulino.

L’ultima opera dell’artista e attivista politico diffusa oggi si trova a Park Place, vicino alla stazione dei vigili del fuoco di Margate, nella zona a sud di Londra, verso la costa. C’è anche un piccolo mistero su quanto prodotto, perché i primi residenti avevano visto e fotografato una sedia nera davanti al murales, uno sgabello, sempre capovolto, ma diverso da quello poi apparso sull’immagine ufficiale pubblicata dal profilo social dell’artista. Bansky, noto per il suo stile spesso ironico pur nella crudezza del messaggio, in uno stile un po’ dark, produce spesso immagini che vanno combinate insieme a slogan, ma non è stato questo il caso, sebbene resti il suo desiderio di usare l’arte come denuncia. Non è la prima volta che la cittadina inglese testimonia la sua presenza: l’ultima apparizione era del novembre 2013, quando aveva visitato un open day a Dreamland insieme all’artista Dan Thompson per testimoniare il passaggio di proprietà del parco al pubblico. In quella occasione lasciò il suo tag su una parete del parco che ora è di proprietà della Fondazione che lo gestisce.

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