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Ares Gate, le rivelazioni di Giuliana De Sio: “Mi propose di chiudermi in cantina e di inscenare la mia scomparsa per lanciare una serie”

Il passaggio più clamoroso che emerge dai verbali dell'inchiesta è quello sulla sua finta sparizione. “Mi proposero di nascondermi nella cantina della casa di Zagarolo per tutto il periodo della promozione della fiction per creare un caso sulla mia scomparsa”, riporta il quotidiano Repubblica

di Francesco Canino

Un finto sequestro per lanciare una serie tv. C’è un’altra clamorosa” lucherinata” che emerge dai verbali dell’inchiesta Ares Film e a svelarla è Giuliana De Sio: “Alberto Tarallo mi propose di chiudermi in cantina e di inscenare la mia scomparsa per lanciare una serie”. Che le fiction targate Tarallo-Losito fossero sempre accompagnate da una promozione ad hoc, studiata da Enrico Lucherini, non è una novità. Il campionario è vario e andava dai finti flirt alle presunte scazzottate tra gli attori, il tutto sempre con paparazzo a portata di flash. Una strategia comunicativa utilizzata da decine di press agent e di produttori, nulla di nuovo nella storia del cinema e della tv, perché il pubblico non capisca mai dove finisce la fiction e dove inizia la vita vera. La De Sio ha aggiunto davanti ai giudici altri dettagli fino ad ora inediti, a cominciare dal flirt fake con Gabriel Garko, attore simbolo delle serie Ares. “Ricordo che in una di queste cene a viale Parioli… si parlava delle iniziative per promuovere il film. Inizialmente mi venne proposto di litigare sul set con un’altra attrice con la quale mi sarei dovuta picchiare ma io rifiutai nettamente non avendo mai picchiato nessuno in vita mia. Mi venne allora proposto di fidanzarmi con Garko… al che io cominciai a ridere rifiutando tale proposta anche perché sapevo che non sarei piaciuta a Gabriel Garko”, aggiunge l’attrice.

Ma il passaggio più clamoroso è quello sulla sua finta sparizione. “Mi proposero di nascondermi nella cantina della casa di Zagarolo per tutto il periodo della promozione della fiction per creare un caso sulla mia scomparsa”, riporta il quotidiano Repubblica. “Cominciai un po’ a preoccuparmi anche perché Tarallo mi disse che non avrei potuto portarmi neanche il cellulare e che avrei potuto avvertire solo mia madre. Mi ricordo che ebbi una reazione quasi isterica di riso…”. Finì con Tarallo rosso paonazzo in viso che “si arrabbiò e cominciò a urlare come un pazzo contro di me, anche insultandomi tanto che tutti al ristorante si girarono verso di noi…in quella occasione mi fece veramente paura”. Poco dopo, resosi conto di aver passato il segno, Tarallo chiese scusa alla De Sio. La quale traccia del produttore un ritratto al vetriolo: “Era un manipolatore, faceva cambiare denti e viso a molti artisti e metteva delle clausole nei contratti. Secondo me vivere con Alberto era vivere un incubo”. Quanto allo sceneggiatore Teodosio Losito, morto suicida nel gennaio del 2018, il giudizio è altrettanto netto: “Posso definirla una figura sfocata, aveva un carattere debole, faceva tutto quello che diceva Tarallo”.

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