Dunque, in molti si chiedono cosa sia successo ai Måneskin. Ebbene, è successo questo: a memoria, non mi pare ci siano state altre band italiane ad aver conquistato, senza se e senza ma, il mercato musicale americano come hanno fatto loro. È stato detto che sono delle oche all’ingrasso, che hanno perso la loro freschezza, che la loro musica è mediocre, che sono diventati ostaggi dello show biz e bla, bla, bla.

Vorrei solo ricordare che hanno vent’anni e avanzare questa ipotesi: sfido qualsiasi ventenne a mantenersi saldo, centrato e appassionato vedendosi stravolta completamente la vita, le abitudini, le amicizie, il conto in banca nel giro di un anno come è successo ai Måneskin. Dirò di più. Siamo davvero sicuri che qualsiasi ventenne sarebbe così maturo e pronto ad affrontare tutto questo stravolgimento della propria esistenza, come stanno dimostrando questi quattro ventenni? Siamo sicuri che qualsiasi artista ventenne italiano sia davvero pronto a reggere palchi che nemmeno avrebbe mai sognato di calcare, interviste in inglese con mostri sacri della televisione americana, ospitate nei programmi più rappresentativi dell’entertainment mondiale e tour che toccano quasi ogni parte del globo? Insomma, di che ca**o stiamo parlando? E soprattutto, da che prospettiva stiamo analizzando il fenomeno Måneskin?

Siamo coscienti o no di assistere a qualcosa di assolutamente nuovo per il mondo della musica italiana? Non parlo di musica in sé, di rock, di pop e di tutte le pippe mental/musicali alle quali ho assistito in questi ultimi giorni: parlo di quattro giovani artisti italiani che hanno sfondato il muro dei pregiudizi sui cantanti italiani nel mondo, che sono primi in classifica in tutto il mondo, che vantano collaborazioni musicali con i più grandi produttori americani e che, nonostante questo, quando li vedi parlottare tra loro sembrano sempre i soliti quattro amici appena usciti da scuola.

Sono vestiti Gucci. Sono osannati e richiesti ovunque e sono diventati una macchina da soldi. E allora? Una cosa così, in altre parti del mondo, verrebbe vista per ciò che è: una figata assurda! Ma qui no. In Italia se sei italiano devi cantare in italiano. Al massimo ti è concesso lo spagnolo e qualche espressione colorita sul palco, come “la tengo como todas!”. Devi vestirti in modo da essere trasgressivo, ma vatican friendly. Devi essere rock, ma ogni tanto andare a fare il giudice ad Amici. Se proprio vuoi sfondare all’estero, puoi farlo in America Latina. Se la tua band è unita occorre trovare una stronzata qualunque per screditare quell’amicizia e finire sull’ambita copertina di Alfonso Signorini.

Se sei italiano, non te lo meriti di essere sul tetto del mondo e di guardare da lassù tutti quelli che non ce l’hanno fatta, tutti quelli che ci hanno provato ma non hanno avuto la stessa meravigliosa incoscienza e lo stesso coraggio per provarci, ancora e ancora, o forse semplicemente non hanno creduto abbastanza nel proprio talento. Non te lo meriti perché qui il talento si misura a compartimenti stagni: se sei un bravo cantante, non puoi osare troppo. Non puoi essere anche un’icona di stile, un ballerino, un performer completo. Se sei Elodie e sei una figa pazzesca, non puoi anche pretendere di essere considerata una brava cantante. Se vuoi che sia così devi pensare a cantare, non a far vedere il culo.

Non sei mica in America dove esistono fenomeni musicali come Beyoncè, Rihanna, Shakira, Katy Perry; cantanti con i ‘contromaroni’ e pure un bel culo da mettere nei videoclip. Qui, se decidi di cambiare manager perché vuoi sfondare all’estero, sei pretenzioso e ingrato. Se cominci a essere prodotto da fior di producers americani e a fare successo, quello vero, sei carne da macello o un’oca da ingozzare per farci il foie gras.

Il mio umile suggerimento rispetto al fenomeno Måneskin è semplice: osservare tutto da un’altra prospettiva, magari meno italiota, e aprire la mente. Abbandonare mediocri pregiudizi e vedere la realtà per quella che è, senza dietrologie, senza banali e ridicole insinuazioni su baruffe che potrebbero anche essere vere, ma chi se ne strafrega su gossip di bassa lega.

Ci sono quattro ragazzi, con tanti talenti enormi, che possono facilmente riassumersi in un solo grande talento: essere dei performers pazzeschi. Essere, al momento, i migliori. Tutto il resto è noia.

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