Il fondo statunitense Kkr si sfila dall’ipotesi di muovere sulla rete italiana delle telecomunicazioni insieme a Cdp e Macquarie e procede da solo. Inviando a Tim un’offerta non vincolante per l’acquisto di una partecipazione nella futura società della rete fissa Netco, che avrà in pancia la società Fibercop (quella che vende agli operatori servizi di accesso alla rete secondaria, e di cui Kkr è già socio) e la partecipazione in Sparkle. Il cda del gruppo delle telecomunicazioni, di cui i francesi di Vivendi hanno il 23,7% e la Cassa depositi e prestiti – quindi il ministero dell’Economia – il 9,8%, si riunirà in giornata per iniziare ad esaminare la proposta. Il governo Meloni fa sapere di “seguire con attenzione” il passaggio visto che Tim “oggi ha un ruolo cruciale nei servizi di telefonia, nella realizzazione della banda larga nel nostro Paese e della infrastruttura del Polo Strategico Nazionale”. Una nota del ministero delle Imprese preannuncia che gli sviluppi saranno valutati tenendo conto di “salvaguardia dei livelli occupazionali e sicurezza di una infrastruttura strategica quale la rete nazionale di telecomunicazioni”.

L’offerta di Kkr arriva a un anno da quando il fondo era pronto a lanciare un’opa da 33 miliardi sull’intera società, operazione preliminarmente bocciata dal cda. Lo scorso novembre il governo Meloni, da poco insediato, aveva poi confermato l’intenzione di mantenere l’infrastruttura della rete, strategica, sotto controllo pubblico. A dicembre il fondo di private equity aveva allora fatto trapelare di essere ancora interessato a Tim ma solo per la parte Netco, la società della rete appunto, e di essere intenzionato a muoversi solo con il sostegno dell’esecutivo. Tanto che si era parlato di una joint venture con una società o un veicolo partecipato dallo Stato.

La Borsa, che già scommetteva su una partita di rialzi e su uno scontro tra i soci Cdp – che è anche azionista della rivale Openfiber – e Vivendi sulla valutazione, festeggia la mossa: il titolo giovedì mattina è entrato nelle negoziazioni a +9,7%. Vivendi ha fatto sapere che non accetterebbe una valutazione a 24 miliardi di euro. Cdp ragionava – secondo i rumors – su una valutazione sotto i 20 miliardi che sarebbe esattamente il livello dell’offerta di Kkr. Gli analisti prevedevano uno scontro in assemblea. L’altro fronte di cui tener conto è quello governativo: il cdm potrebbe decidere di fare ricorso al golden power sulla rete.

Articolo Precedente

Caro carburanti, l’Antitrust contro il governo: “L’esposizione dei prezzi medi non serve e rischia di ridurre la concorrenza”

next
Articolo Successivo

Elon Musk assolto dall’accusa di frode per i tweet del 2018 sul delisting di Tesla

next