Dopo giorni di ricerche è stato trovato, poco prima delle 16, il cadavere di Yana Malayko, la 23enne ucraina uccisa dall’ex fidanzato Dumitru Stratan il 20 gennaio scorso. L’uomo è stato arrestato due giorni dopo ed è sempre rimasto in silenzio. Il corpo, nascosto tra i rovi, era in un campo al confine tra la provincia di Mantova e di Brescia, poco dopo il cartello di Lonato, dietro ad una azienda florovivaista. Le ricerche all’inizio si erano concentrate nella campagna di Castiglione delle Stiviere (Mantova), nella zona di Valle. Carabinieri, vigili del fuoco e protezione civile hanno però man mano allargato il perimetro. L’uomo, 34 anni, era stato visto allontanarsi con un sacco nero.

Dumitru e Yana erano stati fidanzati, ma poi la loro relazione si era interrotta, secondo alcune testimonianze dei vicini, per la gelosia del giovane. Yana lavorava in un bar in paese a Castiglione, l’Event coffee, di proprietà della sorella dell’ex fidanzato. Il ragazzo sembra che non avesse un lavoro fisso e ogni tanto dava una mano nel locale; è qui che i due si erano conosciuti qualche tempo fa. Da un po’ di tempo, però, le cose tra i due non andavano più come prima e i litigi erano all’ordine del giorno, tanto da spingere Yana ad andarsene. Dopo l’interruzione della relazione la ragazza, infatti, aveva lasciato l’appartamento che condivideva con il ragazzo sopra il bar e si era trasferita in quello attiguo assieme alla titolare del bar, che aveva deciso di ospitarla forse anche per proteggerla. Il delitto sarebbe avvenuto all’interno di uno dei due appartamenti forse al culmine dell’ennesimo litigio dopo che il ragazzo sarebbe arrivato con l’intenzione di uccidere la ragazza.

La madre della ragazza, Tatiana Serbenchuk, che vive in Canada a Woodbridge dove è manager in una grande azienda, nei giorni scorsi in una lettera aveva raccontato gli ultimi contatti avuti con la figlia: “Negli ultimi mesi mia figlia si lamentava del suo compagno che molto spesso faceva uso di alcol. Temeva anche che si drogasse”. I rapporti tra i due erano andati via via deteriorandosi anche per le continue fughe da casa di lui e la sua poca voglia di trovarsi un lavoro duraturo: “Lavorava qualche volta al bar della sorella, ma non aveva alcuna intenzione di cambiare – dice la madre – e ogni volta che mia figlia glielo faceva notare erano liti”. Fino al 7 gennaio scorso quando Yana decise di lasciare Dumitru: “A volte per telefono Yana piangeva, ma diceva di non avere paura. Poi l’ultima volta che l’ho sentita al telefono, il 18 gennaio scorso, l’avevo trovata serena, contenta per la decisone presa”. E aveva chiuso la lettera con un appello a Dumitru: “Ridammi mia figlia“.

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