La nomina di figure adeguate nei ruoli di rappresentanza diplomatica costituisce ovviamente un’esigenza imprescindibile per relazioni internazionali efficaci e fruttuose. Colpisce, da tale punto di vista, che il posto di ambasciatore statunitense a Roma sia da lungo tempo vacante, nonostante la politica estera italiana sia da quasi ottant’anni fortemente condizionata dall’amministrazione di Washington.

La recente nomina di Jia Guaide come nuovo ambasciatore cinese a Roma costituisce invece un fatto importante che potrebbe porre le premesse per un salto di qualità nei rapporti diplomatici tra Italia e Cina, che pare oggi più che mai necessario. L’attuale difficile situazione dell’umanità e della comunità internazionale rende in effetti più che mai necessario ed urgente un approccio cooperativo tra gli Stati basato sul rispetto delle norme di diritto internazionale.

Vari fattori concorrono in questo senso. In primo luogo il passaggio da una fase monopolare dell’ordine internazionale basata sul predominio degli Stati Uniti a una multipolare, caratterizzata dalla coesistenza di varie Potenze grandi (Stati Uniti, Cina, India, Russia, Brasile ed America Latina, Unione Europea) e medie (Turchia, Iran, Israele, Arabia Saudita, Giappone ed altre), impone la ricerca di un nuovo equilibrio pacifico, in mancanza del quale sono destinate a moltiplicarsi guerre, aggressioni ed illegittime violazioni del divieto dell’uso della forza come la guerra in Ucraina, entrata in fase acuta coll’intervento russo del 24 febbraio dello scorso anno.

Un altro fattore importante è costituito dalla necessità di cooperare attivamente per contrastare i fenomeni di degrado ambientale che minacciano di rendere invivibile il pianeta e che già oggi è con intensità crescente determinano conseguenze letali per l’umanità, come dimostrato dalle estati sempre più torride, dalle gelate e alluvioni improvvise, dal dilagare della siccità, dalla sommersione delle terre emerse e da varie altre catastrofi ambientali. In tale quadro si inserisce anche la necessità di un’azione comune nella lotta alle pandemie, che deve implicare un rafforzamento della cooperazione sanitaria internazionale.

Un terzo fattore decisivo è poi rappresentato dalla necessità di soddisfare i diritti delle persone e dei popoli, non seguendo criteri arbitrari, ma dando adeguato rilievo a organismi imparziali e a soluzioni negoziate che non discriminino nessuno degli attori in gioco. Occorre inoltre indirizzare la cooperazione degli Stati allo sfruttamento nell’interesse comune delle risorse presenti negli spazi sottratti alle sovranità territoriale degli Stati, come l’alto mare, i fondi marini, lo spazio extra-atmosferico e le zone polari.

La Repubblica popolare cinese attribuisce, specie dal momento dell’assunzione della leadership da parte di Xi Jinping, importanza notevole a queste tematiche come dimostra la crescente enfasi attribuita al concetto del futuro condiviso dell’umanità, elaborato a partire dal Diciottesimo Congresso del Partito Comunista Cinese tenutosi nel 2012.

Occorre sapere interagire con questo approccio cogliendone le potenzialità positive ed innovative e superando sudditanze politiche e culturali, nonché modi di pensare obsoleti e conformisti. Il ruolo della Cina in difesa dei principi del diritto internazionale e nella promozione di un nuovo ordine mondiale basato su tali principi è stato opportunamente sottolineato in una recente intervista del nuovo ambasciatore cinese a Roma, che ha posto l’accento sul fondamentale ruolo svolto dalla Corte internazionale di giustizia.

Jia Guaide d’altronde è egli stesso un giurista internazionale di altissimo livello, e prima di divenire ambasciatore a Roma è stato Direttore generale della Divisione giuridica del Ministero degli Affari Esteri cinese e ha anche svolto importanti funzioni con riferimento alla lotta al cambiamento climatico, una questione sulla quale la Cina svolge un ruolo sempre più incisivo, come dimostrato tra l’altro dalla messa a punto nel deserto del Gobi di una centrale eolica e solare di 450 gigawatt, pari cioè a sei volte quella dell’intero Regno Unito.

Come afferma la sinologa Herta Manenti “quella di Jia Guaide appare una nomina coerente con quella precedente, l’ex ambasciatore Li Junhua chiamato alle Nazioni Unite come Sottosegretario dallo stesso Segretario generale delle Nazioni Unite Guterres. Segnali che sembrano indicare all’Italia la via per ritrovare il suo storico ruolo come mediatore tra potenze. Occorre augurarsi che la presidente del Consiglio Meloni sappia essere all’altezza della buona impressione creata dal recente incontro con Xi Jinping, che ha ricevuto commenti positivi da parte cinese”.

La presenza del nuovo ambasciatore cinese Roma rappresenta quindi un’ulteriore importante occasione per far avanzare la cooperazione tra Italia e Cina su varie questioni di mutuo interesse, come quelle affrontate di recente nell’incontro tra Giorgia Meloni e Xi Jinping, ma anche nella ricerca di soluzioni comuni alle tematiche e alle crisi che riguardano il futuro stesso dell’umanità, a cominciare dalla guerra in Ucraina, dalle tematiche ambientali e dalla lotta alle pandemie. Questioni sulle quali ci si deve aspettare un recupero del ruolo autonomo del nostro Paese, oggi ridotto a passiva succursale di Washington.

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