Porsche avvia la produzione del suo carburante sintetico: a “raffinarlo” è l’impianto Haru Oni di Punta Arenas, in Cile. Nell’operazione sono coinvolti colossi come Siemens, Enel e HIF Global. Grazie a un investimento da 45 milioni di euro, il polo cileno può sintetizzare l’idrogeno verde da un processo di elettrolisi dell’acqua, sfruttando energia ricavata da un impianto eolico.

L’idrogeno prodotto viene poi miscelato con anidride carbonica atmosferica per formare metanolo, precursore della benzina carbon neutral, che ha già un prezzo inferiore ai 2 dollari al litro. Il piano prevede un output iniziale di 130 mila litri di e-fuel l’anno, di 55 milioni di litri l’anno entro la metà del decennio e di 550 milioni già nel 2027.

“La Porsche è impegnata in un percorso a doppia e, ovvero e-mobility, cioè mobilità elettrica, ed e-fuel come tecnologia complementare. L’utilizzo degli e-fuel riduce le emissioni di anidride carbonica”, ha spiegato il responsabile acquisti della marca tedesca, Barbara Frenkel. Ecco perché “la produzione industriale di combustibili sintetici dovrebbe continuare a essere sostenuta in tutto il mondo”.

Parole a cui fanno eco quelle di Michael Steiner, responsabile Ricerca e Sviluppo: “Il potenziale degli e-fuel è enorme. Attualmente ci sono più di 1,3 miliardi di veicoli con motori a combustione interna in tutto il mondo. Molti di questi rimarranno sulle strade per i decenni a venire e gli e-fuel offrono ai loro proprietari un’alternativa quasi a emissioni zero”.

Finora la Porsche ha investito 94 milioni di euro nei carburanti sintetici mentre la HIF Global – di cui Porsche è azionista per il 12,5% – vorrebbe realizzare altri 12 impianti analoghi a quello di Punta Arenas e sintetizzare 150 mila barili di carburanti sintetici al giorno. Un prodotto che avrebbe enormi potenzialità anche in campo aeronautico e marittimo oltreché in quello automotive.

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