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Tassa minima sulle multinazionali, dopo mesi di veti e ricatti c’è il via libera Ue all’accordo al ribasso su un’aliquota del 15%

L’intesa è arrivata assieme all’ok ai 18 miliardi di aiuti all’Ucraina per il 2023, al Pnrr ungherese e al congelamento del 55% dei fondi Ue a Budapest per violazioni sullo stato di diritto. Nel disegno Ocse la riforma verrà integrata con un nuovo schema di prelievo fiscale per le multinazionali, basato su una convenzione multilaterale, per far pagare alle 'big tech’ le imposte sugli utili nei territori in cui sono stati effettivamente generati
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Dopo mesi di veti e ricatti, giovedì sera si è finalmente sbloccato l’impasse europeo sulla pur poco ambiziosa minimum tax al 15% per le multinazionali. In Consiglio europeo è arrivato il via libera alla direttiva che include un insieme di norme su come calcolare l’aliquota fiscale minima effettiva in modo che sia applicata in modo corretto e coerente in tutta l’Ue. La misura fa parte di un più ampio disegno di riassetto delle regole fiscali tra i Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse). L’intesa è arrivata assieme all’ok ai 18 miliardi di aiuti all’Ucraina per il 2023, al Pnrr ungherese e al congelamento del 55% dei fondi Ue a Budapest per violazioni sullo stato di diritto. La Polonia ha rimosso il suo veto.

La tassazione minima globale mira a fermare la corsa al ribasso tra Stati sulle aliquote fiscali per attrarre nei diversi territori le ‘big corporation’: secondo il riassetto gli utili dei grandi gruppi, multinazionali o società con un fatturato annuo oltre i 750 milioni di euro saranno tassati comunque almeno per il 15%. Nel disegno Ocse la riforma verrà integrata con un nuovo schema di prelievo fiscale per le multinazionali, basato su una convenzione multilaterale, per far pagare alle ‘big tech’ le imposte sugli utili nei territori in cui sono stati effettivamente generati. In base a una stima dell’Osservatorio fiscale europeo la global minimum tax porterebbe ulteriori entrate fiscali nell’Ue per 83,3 miliardi di euro, 3,1 dei quali per l’Italia (lo studio è del 2021 su dati 2017).

La Commissione europea ha così salutato con soddisfazione l’intesa ricordando che è già stata concordata a livello globale da 137 Paesi, oltre a segnalare che la direttiva garantisce anche una tassazione effettiva quando la casa madre sia basata al di fuori dell’Ue in un Paese a fiscalità ridotta. Le nuove norme andranno ora adottate dai 27 Paesi dell’Ue entro fine 2023. “Questo accordo sulla tassazione minima delle società è una vittoria per l’equità, una vittoria per la diplomazia e una vittoria per il multilateralismo”, ha commentato il commissario europeo per gli Affari economici Paolo Gentiloni. “Dobbiamo ora concentrare i nostri sforzi per portare a termine le discussioni sull’altro pilastro dell’accordo globale, che si concentra sulla tassazione dei maggiori gruppi multinazionali, e portarlo nel diritto dell’Ue”.

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