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Crisi politica in Perù, quattro turiste italiane bloccate da lunedì in un villaggio rurale mentre si trovavano a bordo di un bus

Dopo diverse ore, grazie al coinvolgimento del ministero dei Esteri e dell'ambasciata italiana in Perù, la disavventura di Giulia Opizzi, Martina Meoni e le sorelle Federica e Lorenza Zani si sta avviando verso la soluzione
Crisi politica in Perù, quattro turiste italiane bloccate da lunedì in un villaggio rurale mentre si trovavano a bordo di un bus
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Si trovavano in vacanza in Perù proprio mentre nel Paese del Sudamerica è scoppiato il caos, con le proteste della popolazione seguite alla destituzione dell’ex presidente Pedro Castillo per il fallito colpo di Stato con il quale ha cercato di sciogliere il Parlamento. Quattro turiste italiane sono così rimaste bloccate da lunedì notte nel villaggio rurale di Checacupe. Si trovavano a bordo di un bus con altre persone che come loro stavano provando a raggiungere la Bolivia. Grazie ai social e ai loro telefoni sono riuscite a lanciare l’allarme e a coinvolgere la Farnesina.

“Siamo venute in vacanza in Perù due settimane fa. Ci saremmo spostate in Bolivia nella notte. Siamo state fermate in questo paesino e siamo state bloccate dai manifestanti“, ha raccontato a Rai Radio1 Martina Meoni una delle quattro ragazze bloccate in un autobus in Perù. Dopo diverse ore, grazie al coinvolgimento del ministero dei Esteri e dell’ambasciata italiana in Perù, la disavventura di Giulia Opizzi, Martina Meoni e le sorelle Federica e Lorenza Zani si sta avviando verso la soluzione: le quattro ragazze, tre romagnole e una fiorentina, sono state trasferite in un ostello vicino al villaggio. Trasferimento reso possibile, ha confermato Opizzi “grazie all’opera di sensibilizzazione realizzata dall’ambasciata d’Italia presso la polizia peruviana”. Adesso la polizia locale cercherà di portarle all’aeroporto di Cusco. “Con noi – hanno raccontato le ragazze – c’era gente che non aveva più soldi per mangiare, persone che non riuscivano a tornare a casa, a prendere un aereo ed eravamo senza servizi igienici”. Insieme a loro, anche cileni, americani, colombiani, argentini, giapponesi. Attualmente sul territorio del Paese si troverebbero circa cinquanta cittadini italiani, in situazioni tuttavia molto meno complicate.

Tutto questo mentre la situazione in Perù continua a essere molto tesa. Il nuovo governo, guidato dalla vicepresidente Dina Boluarte, ha deciso di proclamare lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale per 30 giorni. La decisione è stata presa a causa delle violente proteste seguite alla cacciata del presidente Pedro Castillo. Il nuovo presidente del Perù ha chiesto calma mentre continuano le manifestazioni contro di lei e contro il Congresso che ha estromesso il suo predecessore. Rispondendo alle richieste di elezioni immediate, ha suggerito che potrebbero tenersi tra un anno. “Il Perù non può traboccare di sangue”, ha detto Boluarte mentre spiegava ai giornalisti la possibilità di programmare le elezioni generali per il dicembre 2023.

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