Un grosso scandalo di abusi sta prendendo piede in Grecia in questi giorni, coinvolgendo l’ente più importante tra le ong: Kivotos tou Kosmos (Arca del Mondo), il cui principale funzionario, padre Antonio, sarebbe direttamente coinvolto dopo una serie di denunce. Del caso si è occupato oggi anche un vertice straordinario del governo con premier e ministri: l’esecutivo ha ritirato i finanziamenti concessi alla ong ma le strutture non verranno chiuse poiché decine di bambini non avrebbero un posto dove stare. Le accuse sono pesantissime: stupri, punizioni corporali, traffico sospetto di denaro.

Dalle ricostruzioni filtrate alla stampa, i casi da chiarire sarebbero numerosi: come quello di un bambino che avrebbe subito abusi in piscina e in altri luoghi, o come quello di un filantropo che aveva donato 10mila euro a un bambino per i suoi studi, ma poi il minore beneficiario sarebbe stato costretto a dare la somma ai funzionari della ong. Al momento due sono le denunce di abusi sessuali su minori ospitati nella struttura che coinvolgono il massimo dirigente della ong. A presentarle anche un 19enne che aveva trascorso alcuni anni nella struttura e che ha parlato di percosse, comportamenti punitivi estremi e casi di abusi sessuali da parte di operatori nelle strutture. Quattro sono gli indagati e il fascicolo è nelle mani della Procura dei Minorenni, mentre nei prossimi giorni sono attesi altri sviluppi dopo altre testimonianze spontanee.

L’Arcivescovo di Atene Ieronymos ha sottolineato che la Santa Arcidiocesi della capitale non aveva o non ha alcun legame con la ong, annunciando contestualmente di aver deciso di vietare lo svolgimento di celebrazione liturgica per padre Antonio. La persona denunciata ha operato in tutte le strutture della ong in Grecia, per questa ragione le autorità dovrebbero passare al microscopio le sue visite in almeno due delle sedi dell’Arca ad Atene in occasione di viaggi in cui avrebbe portato con sé le presunte vittime. In complesso le autorità giudiziarie hanno a disposizione dieci denunce per negligenza nei confronti di minori, percosse, nonché lavoro nero nelle strutture.

Intanto nel Paese serpeggia la paura e il sospetto che il caso possa allargarsi. Questa mattina c’è stata tensione fuori dalla sede ateniese della ong, dove si è presentata una coppia siriana accompagnata dal presidente dei siriani di Grecia per chiedere indietro i loro quattro figli affidati alla struttura. “Se le accuse sono vere, allora stiamo parlando di crimini molto gravi. Stiamo parlando di persone che andranno in prigione”, ha detto il ministro della Salute Thanos Pleuris. Il governo Mitsotakis ha deciso oggi per un repulisti nel consiglio di amministrazione dopo l’incontro tenutosi a Palazzo Maximos alla presenza del primo ministro con la partecipazione del ministro del Lavoro Hatzidakis, del Vice Ministro Michailidou e del Segretario Generale Stamatis. “La nostra prima preoccupazione sono i bambini ed è per questo che questo sviluppo è imperativo – ha sottolineato lo speaker del governo Yannis Oikonomou – Le denunce sono gravi e riguardano appunto un tema estremamente delicato come quello dei bambini che per i più svariati motivi sono stati lontani dalle loro case-famiglia”. Ha inoltre annunciato un’indagine su queste denunce e un completo chiarimento del caso da parte delle autorità competenti. “Non c’è bisogno di indifferenza o ostruzione e nemmeno di movimenti o conclusioni affrettate. Perché qualsiasi decisione venga presa, riguarderà i bambini”, ha aggiunto sottolineando che questo episodio non dovrebbe gettare ombra sul settore dell’accoglienza dei minori.

Tutta l’attività delle organizzazioni di volontariato nel campo della custodia dei minori in Grecia è supervisionata, anche a livello internazionale, vista la correlazione con l’Ue e il dossier migranti. Sul punto il governo ha messo in campo tre azioni ad hoc come la riduzione dei tempi burocratici, l’assegno di affido a tutte le famiglie affidatarie e l’apliamento dei limiti di età per chi vuole adottare (dai 25 ai 75 anni).

@FDepalo

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