Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
“Stiamo assistendo alla scalata di nuove vette di ipocrisia”. Così, tra lo sconforto e l’indignazione, si sfogano gli operatori che, nella totale mancanza istituzionale, dal 2015 sostengono i migranti in transito da Ventimiglia verso la Francia. “Certo, dopo la polemica di questi giorni sono aumentate le camionette, ma questo avviene spesso anche per ragioni di politica interna francese – spiega Christian Papini della Caritas Intemelia – e non riguarda ‘realmente’ i migranti. Nessuno passerebbe mai dalla strada statale dove hanno aumentato il numero di camionette”.
Quello che sta avvenendo da domenica pomeriggio è che i controlli che “normalmente” vengono riservati a richiedenti asilo (o a chi può sembrare tale agli occhi della polizia di frontiera) sono estesi in alcuni momenti della giornata anche a tutti gli automobilisti che attraversano le frontiere di ponte San Luigi e San Ludovico (verso Mentone) e quella in direzione Breil in Val Roja: “È un potenziale disagio per i lavoratori frontalieri che possono perdere qualche minuto in coda – spiega lo stesso Roberto Parodi che li rappresenta – ma per ora il traffico sembra fluire regolarmente, al netto di due picchi di code registrati domenica pomeriggio e nella giornata di lunedì”.
Certo, in questi anni la militarizzazione della frontiera ha costretto i migranti a scegliere tra affidarsi ai passeur o avventurarsi a piedi lungo l’autostrada o lungo i binari e poi a piedi sui sentieri di montagna. “Sono oltre 35 le vittime di questa frontiera – denuncia Simone Alterisio, responsabile del progetto frontiere della Diaconia Valdese – i migranti in transito corrono grossi rischi ma, di fatto, dopo alcuni tentativi riescono a passare”. È proprio questo il motivo che porta gli operatori a parlare di ipocrisia da parte di entrambi gli Stati: “Il nostro governo continua a ripetere che l’Italia è lasciata sola quando sappiamo benissimo e vediamo ogni giorno che le persone che vengono accolte in Italia passano la frontiera e si ‘ricollocano’ in tutta Europa, passando la frontiera autonomamente – spiegano al Fattoquotidiano.it gli operatori del progetto ‘Diritti alla frontiera’ – La Francia da parte sua fa la morale sul trattamento indegno di ostacolo allo sbarco riservato alle persone salvate in mare, omettendo le continue violazioni che commette alla frontiera: respingimenti di minori, prolungamento oltre i limiti massimi consentiti della sospensione del trattato di Schengen che regola la libera circolazione in Europa, respingimenti collettivi e illegittimi, detenzioni illegali senza le tutele previste dalla legge per le persone private di libertà”.