Anche se stiamo vivendo un autunno anomalo e le alte temperature delle ultime settimane potrebbero aver confuso le idee, questo è il periodo dell’anno in cui provvedere al cambio gomme, quindi mettendo via le estive e montando quelle invernali – adatte a condizioni di asfalto bagnato o ghiacciato – o perlomeno munirsi di catene per la neve.

La direttiva che, come ogni anno, impone l’obbligo di percorrere alcuni tratti stradali e autostradali soltanto con veicoli equipaggiati con pneumatici invernali – il sito pneumaticisottocontrollo.it di Assogomma e Federpneus raccoglie le ordinanze in merito per regioni -, scatta da martedì 15 novembre e resterà in vigore fino al 15 aprile (con deroga fino a un mese dopo, il 15 maggio).

I pneumatici invernali sono quelli che sulla spalla riportano la marcatura M+S (che sta per Mud and Snow, ovvero fango e neve) oppure il pittogramma alpino e, contrariamente a quanto previsto per le gomme estive, possono avere un codice di velocità che sia inferiore a quello dichiarato sulla carta di circolazione del veicolo.

Per quanto riguarda l’utilizzo delle gomme cosiddette “all season” – con caratteristiche che le rendono valide tanto per l’utilizzo nella stagione estiva quanto in quella invernale – anche queste possono riportare il pittogramma alpino o la marcatura M+S e quindi essere idonee per percorrere i tratti stradali soggetti all’ordinanza.

Oltre alla corretta marcatura, però, nel fare il cambio del treno di gomme è importante porre attenzione alle condizioni di quelle che si vanno a sostituire: come ricorda Assogomma, infatti, “dotare il veicolo di pneumatici invernali correttamente gonfiati significa diminuire lo spazio di frenata fino al 15% su fondo bagnato e fino al 50% in presenza di neve al suolo”.

Viaggiare senza gomme invernali o catene da neve a bordo, sulle strade che ne prevedono l’obbligo, comporta, in caso di controlli, il rischio di incorrere in una sanzione pecuniaria prevista dal codice della strada che può arrivare fino a 159 euro, se dentro centri abitati, oppure addirittura superare i 300 euro, se ci si trova fuori dai centri abitati.

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