La Francia ha chiesto “all’Europa di pronunciarsi in tempi molto rapidi sugli sviluppi che seguiranno” il rifiuto dell’Italia di accogliere la Ocean Viking e i migranti a bordo. L’annuncio è arrivato dal portavoce del governo Olivier Véran a Bfm-Tv. Véran ha criticato nuovamente il rifiuto di Roma, definendola “una decisione unilaterale, inaccettabile, inefficace e ingiusta da parte dell’attuale governo italiano, che esige risposte europee”. La prima risposta – ha continuato – era “quella umanitaria e l’abbiamo fatto”, accogliendo la nave a Tolone. “La seconda – ha insistito – è ricordare gli obblighi” di Roma “e se rifiuta, immaginare qualsiasi misura possa essere utile”.

Lo strappo di Parigi dopo il caso della Ocean Viking non accenna quindi a raffreddarsi: “L’Italia non mantiene l’impegno fondamentale nel meccanismo di solidarietà europea” e la Francia non manterrà l’obbligo previsto, “ovvero accogliere 3mila migranti attualmente sul territorio italiano”, ha detto ancora Véran. Cinquecento di questi avrebbero dovuto trovare asilo in Francia entro la fine dell’anno. Il portavoce del governo di Parigi ha definito Giorgia Meloni come “la grande perdente” di questa situazione: “L’Italia è perdente perché dispone normalmente di un meccanismo di solidarietà europea che significa che un gran numero di Paesi europei, in particolare Francia e Germania, si impegnano in cambio del fatto che l’Italia accolga le navi” a ricevere una parte dei migranti che sbarcano in territorio italiano.

E intanto al confine italo-francese di Ventimiglia sono scattati i controlli a tappeto dei francesi per bloccare l’ingresso di migranti, dopo due giorni di verifiche soft. Il governo aveva annunciato dell’invio di 500 uomini ai punti di frontiera, così da domenica mattina sei gendarmi – fino a sabato erano 2 – hanno controllato tutti i mezzi in transito. Sul caso è intervenuto anche il vescovo di Ventimiglia Antonio Suetta: “La reazione della Francia è spropositata, non umana e dal punto di vista della solidarietà europea poco leale”. Il ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani ha invece provato a gettare acqua sul fuoco. Annunciando che “al momento non è previsto” un colloquio tra Meloni ed Emmanuel Macron a margine del G20 a Bali, il capo della Farnesina ha aggiunto a Mezz’ora in più di credere “che si debba chiudere una polemica che non è partita da noi”. Ma proprio negli stessi minuti in cui Tajani pronunciava parole distensive, l’altro vice-premier alzava i toni: “Chi sbaglia, paga. Bene così. Stretta in vista, multe, sequestri e più controlli. Il governo pronto al pugno duro sugli sbarchi”, ha scritto Matteo Salvini su Twitter.

Intanto qualcosa si muove anche in Germania: tra il 2023 e il 2026 la ong tedesca United4rescue, associazione fondata dalla Chiesa evangelica, riceverà 2 milioni di euro all’anno per il salvataggio in mare. Il finanziamento arriva a pochi giorni dal varo della prima grande nave ed è frutto di una decisione del Bundestag, assunta tramite un emendamento alla manovra economia. Il via libera è stato dato giovedì in commissione Bilancio e ora dovrà essere approvato dall’Aula per diventare legge ma, essendo uno dei punti del contratto di coalizione concordato dall’alleanza nata dopo le elezioni politiche del 2019, il via libera è dato per scontato. Il tempismo della mossa tedesca, spiega a Repubblica il responsabile per le politiche migratorie della Spd, Lars Castellucci, “non ha assolutamente nulla a che vedere con la situazione attuale in Italia: non avremmo mai fatto in tempo”. Tra l’altro Berlino, a differenza della Francia, sta mantenendo la promessa di accogliere 3mila migranti, come concordato a giugno.

“Le missioni private – ha aggiunto Castellucci – dovrebbero diventare superflue attraverso una missione sostenuta e finanziata dalla Ue, che combatta allo stesso tempo i trafficanti, esattamente come avveniva ai tempi di Mare Nostrum. Finché ciò non avverrà sosterremo le missioni private, per fare in modo che il Mediterraneo non si trasformi in un gigantesco cimitero”. Sui numeri delle vittime in mare, si focalizza anche l’ambasciatore tedesco in Italia, Viktor Ebling, che in un tweet ha sottolineato: “Nel 2022 sono già oltre 1.300 le persone morte o disperse nel Mediterraneo. Un 12% dei sopravvissuti sono stati salvati dalle Ong. Loro salvano vite laddove l’aiuto da parte degli Stati manca. Il loro impegno umanitario merita la nostra riconoscenza e il nostro appoggio”. Per i responsabili di United4rescue quello del Bundestag è un “segnale politico forte” e “una spinta importante in tempi difficili”.

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