Asobo studio torna a raccontarci la storia dei fratelli De Rune nella Francia del XIV secolo colpita dalla peste, in un seguito più grande e più ambizioso; l ‘obiettivo della giovane Amicia é di trovare una cura per la Macula, la maledizione che affligge il fratello, cosi da poter restituirgli una vita più tranquilla, che sembra ormai un lontano ricordo, cosa che non si può dire della peste.

Senza Addentrarci troppo nella trama, caratteristica portante di quella che ormai è una saga, Requiem migliora sotto tutti gli aspetti il suo predecessore, donando al giocatore piena liberta di azione, anche se la componente Stealth rimane ben radicata; se da un lato un colpo di fionda o di freccia ben assestato alla testa provoca la morte istantanea di guardie e nemici, un colpo sferrato ai nemici provvisti di elmetto può intontirli, permettendo l’eliminazione in un secondo momento o a una fuga strategica. Col proseguire della storia, verranno sbloccate nuove abilità alchemiche e artefatti per i due fratelli, portando cosi al gameplay molta varietà di approccio che fa apprezzare ancora di più gli enigmi ambientali, risolvibili attraverso questo nuovo “arsenale”; se da un lato l’enorme passo avanti di questo capitolo nei combattimenti permette tanta varietà, dall’altro un intelligenza nemica un po’ troppo punitiva renderà la vita dei protagonisti molto difficile, soprattutto durante i combattimenti con i boss, nulla che danneggi l’esperienza globale del titolo ma fino all’ottenimento di una speciale abilità, Radar, Requiem richiederà al giocatore grande concentrazione per proseguire nella storia.

Ritorna in oltre la meccanica legata ai ratti, terribili portatori di peste da cui sfuggire ma anche grandi alleati per travolgere i nemici, che passano dai “soli” 5000 presenti su schermo nel primo capitolo a ben 300mila unità, un vero fiume in piena bestiale che impressiona e decreta una maturità dello studio eccellente, sia per l’utilizzo del motore grafico sia per i modelli presenti a schermo, triplicati rispetto al suo predecessore del 2019.

Graficamente A Plague Tale: Requiem lascerà tutti i giocatori soddisfatti soprattutto nei modelli dei personaggi e nelle ambientazioni , regalando cosi una visione della Provenza dai toni caldi e avvolgenti come quelli di un quadro, sottolineando ancora una volta lo stacco dal primo capitolo cupo e totalmente in balia della peste; il Ray tracing e l’utilizzo delle luci dinamiche dona un atmosfera davvero unica, che immerge il giocatore in un periodo storico perfettamente rappresentato, con i due personaggi che guadagnano una qualità espressiva davvero unica, ricordandovi sempre della terribile maledizione che ha colpito Hugo ma anche dei momenti di gioia che i due fratelli riescono a ritrovare dopo tutto quello che hanno passato precedentemente; anche il comparto musicale e sonoro è di tutto rispetto, sottolineando i momenti più tragici ottimamente e i suoni sono estremamente curati, soprattutto quando entrano in scena i Ratti, non mancheranno di regalare qualche brivido lungo la schiena.

A Plague tale: Requiem è un seguito decisamente sopra ogni aspettativa, che va migliorando tutto quello che era di buono nel primo capitolo, non inventa nulla a livello di gameplay ma , regalando un esperienza visiva unica e un ottimo gameplay, che rapirà il giocatore per le sedici ore di gioco che lo compongono, fino al finale, ottimamente scritto, lasciando la speranza di un terzo capitolo conclusivo.

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