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La Sapienza, dopo le cariche di martedì gli studenti occupano la facoltà di Scienze politiche e chiedono le dimissioni della rettrice

"Le nostre richieste sono chiare: vogliamo le dimissioni immediate della rettrice Polimeni e la garanzia che non verranno mai più fatte entrare le forze dell’ordine nell’ateneo -aggiungono- Richieste semplici, atte a ristabilire livelli minimi di democrazia e vivibilità nell’università", scrivono gli studenti. "Tengo a precisare che l’intervento delle Forze dell’Ordine nel corso delle contestazioni è stato deciso e coordinato dal Dirigente del servizio predisposto dalla Questura di Roma" replica la rettrice
La Sapienza, dopo le cariche di martedì gli studenti occupano la facoltà di Scienze politiche e chiedono le dimissioni della rettrice
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La facoltà di Scienze Politiche dell’università La Sapienza di Roma è stata occupata dagli studenti in seguito agli episodi di martedì scorso e le cariche della polizia. “Le violente cariche sugli studenti hanno spinto gli universitari riuniti in assemblea ad occupare Scienze Politiche”, comunica il movimento studentesco Cambiare. “Le nostre richieste sono chiare: vogliamo le dimissioni immediate della rettrice Polimeni e la garanzia che non verranno mai più fatte entrare le forze dell’ordine nell’ateneo -aggiungono- Richieste semplici, atte a ristabilire livelli minimi di democrazia e vivibilità nell’università, prendendo atto che le massime istituzioni interne alla Sapienza non sono state in grado di garantire la sicurezza degli studenti”.

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“Tengo a precisare che l’intervento delle Forze dell’Ordine nel corso delle contestazioni è stato deciso e coordinato dal Dirigente del servizio predisposto dalla Questura di Roma, che lo ha ritenuto necessario per garantire l’ordine pubblico” replica la rettrice Antonella Polimeni, Rettrice dell’Università La Sapienza di Roma, in una mail inviata agli studenti.

“Mai più violenza sugli studenti! Riprendiamoci i nostri spazi” è lo striscione esposto dai collettivi universitari nel cortile di Scienze politiche alla Sapienza. Durante la giornata si è svolta un’assemblea pubblica che ha registrato una massiccia partecipazione di universitari. Su un altro striscione, calato da una scala si legge: “Vostro il governo. Nostra la rabbia”. Presenti anche bandiere dell’Anpi. Con il microfono sono stati invitati gli agenti della Digos ad allontanarsi.

Ieri, intervenendo al Sento, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affermato: “Io vengo dalla militanza giovanile. In tutta la mia vita non ho mai lavorato per impedire a qualcun altro di dire ciò che voleva dire. Non l’ho mai fatto. Ma quello a cui” la senatrice Ilaria Cucchi si riferiva, erano “manifestanti che con un picchetto volevano impedire ad altri di esprimere le loro idee. La democrazia è nel rispetto delle idee altrui. Altrimenti che facciamo? Consentiamo che chi non la pensa come noi impedisca di farci parlare? Se la mia parte politica impedisse ad un’altra parte politica di parlare sarei la prima a denunciarlo”.

Stamane il Consiglio di dipartimento di Scienze Politiche ha condannato l’uso della forza da parte delle forze dell’ordine. L’Università, ha affermato il consiglio, “è il luogo del confronto, del pluralismo e della libertà di espressione e che continuerà a garantire il diritto di tutti ad esprimere le proprie idee, condanna l’uso della forza per la risoluzione di conflittualità che vedano coinvolti gli studenti. Ribadisce che l’utilizzo della forza pubblica all’interno dell’Università deve essere riservato a situazioni eccezionali e richiede la massima responsabilità nella gestione dell’ordine pubblico all’interno dell’Ateneo. Auspica per il futuro che si riescano a trovare forme di mediazione e conciliazione, che valorizzino lo strumento del dialogo come forma di risoluzione dei conflitti”.

“I fatti della Sapienza, con l’entrata della polizia nell’Università e le violenze nei confronti delle studentesse e degli studenti che protestavano, sono un segnale allarmante. Una repressione violenta che non avremmo voluto vedere e che temiamo si possa ripetere nei confronti delle ragazze e dei ragazzi che ricominciano a manifestare il proprio disagio occupando gli edifici scolastici”, scrive la Flc Cgil.

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