Bruxelles teme che la ricapitalizzazione iper diluitiva di 2,5 miliardi di euro avviato la scorsa settimana da Monte dei Paschi di Siena, possa costituire un aiuto di Stato illegale. Lo scrive il quotidiano britannico Financial Times. L’Antitrust Ue starebbe esaminando la questione dei 125 milioni di commissioni che andranno al consorzio delle banche garanti (ossia che si impegnano a comprare, a prezzo molto favorevole, le nuove azioni che non dovessero trovare acquirenti sul mercato). Le commissioni sono più alte del valore che Mps ha in borsa. Del consorzio fanno parte Citigroup, Bank of America, Credit Suisse, Mediobanca e la società del finanziare Davide Serra Algebris. L’aumento di capitale è partito lo scorso e per ora i risultati non sono esaltanti. Anzi. L’andamento dei prezzi delle azioni e dei diritti di acquisto di nuovi titoli (quasi azzerati) lasciano intendere che di nuovi investitori nella banca ce ne saranno ben pochi. L’inoptato (ossia le nuovi azioni che non si riescono a vendere) rischia di superare gli 800 milioni di euro. Altri 1,6 miliardi sono infatti assicurati dal ministero del Tesoro che possiede il 64% della banca toscana.

Interpellata sulle indiscrezioni di stampa la Commissione europea non ha voluto rilasciare commenti specifici. Lo riferisce la portavoce Ue responsabile per la Concorrenza, Arianna Podestà. “In generale spetta allo Stato membro valutare se una misura specifica comporti un aiuto di Stato”, precisa, ricordando che se una misura costituisce aiuto di Stato deve essere notificata dal Paese a Bruxelles “per la valutazione” prima che qualsiasi aiuto sia concesso ai beneficiari “a meno che non sia coperta da esenzioni per categoria”.

Secondo gli investitori internazionali – evidenzia il Financial Times – le commissioni pagate al consorzio sono eccezionali e “fuori mercato”. Il Tesoro sta acquistando il 64% delle azioni dell’aumento di capitale “solo dopo che ai sottoscrittori è stato offerto un accordo insolitamente redditizio“, osserva il quotidiano della City, evidenziando che “secondo le norme dell’Ue, lo Stato può partecipare solo se tutti gli investitori, pubblici e privati, sono soggetti alle stesse condizioni”. “La domanda – ha affermato un funzionario Ue a condizioni di anonimato – è se a una qualsiasi delle parti che sostengono l’emissione di diritti sia stato offerto un trattamento più vantaggioso rispetto ai contribuenti italiani che non ricevono alcuna offerta di riduzione del rischio o altri incentivi”. Plausibile che Mps sia stata obbligata ad offrire queste cifre contrattando da una posizione di estrema debolezza e nella consapevolezza delle difficoltà che avrebbe incontrato la ricapitalizzazione.

Il Tesoro sta “invitando” le fondazione bancarie a dare un contributo all’operazione puntando a raccogliere un centinaio di milioni. Ieri fondazione Cariplo ha deliberato di intervenire nell’aumento con 10 milioni di euro. “Non abbiamo alcuna ipotesi” di sottoscrivere l’aumento di capitale di Mps, ha invece affermato Mario Cera, presidente della Fondazione Banca del Monte di Lombardia. “No comment” dalla Fondazione Cariverona. I soldi raccolti con l’aumento serviranno in larga misura a finanziare il maxi piano di uscite incentivate dalla banca. Nei giorni scorsi oltre 4mila dipendenti hanno comunicato di volersi avvalere dello scivolo fino a sette anni predisposto dalla banca. Le uscite previste nel piano sono 3.500 ma la società ha detto che accoglierà tutte le richieste. La Compagnia di San Paolo – secondo quanto si apprende oggi – ha deciso di intervenire nell’aumento di capitale di Mps con un importo fino a un massimo di 10 milioni. Stamane l’amministratore delegato di Unicredit Andrea Orcel ha affermato che “La priorità in cui si concentra l’intera organizzazione è l’esecuzione del piano”, replicando all’ipotesi di riaprire i colloqui con Mps una volta che Siena avrà completato l’aumento. “Per il momento stiamo generando più valore di qualsiasi acquisizione che potremmo fare”, sottolinea Orcel ribadendo che “non ci lasceremo trascinare in acquisizioni che non raggiungono i nostri obiettivi“.

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