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Roma-Sampdoria, sui falli di mano Di Bello e il Var hanno preso decisioni corrette: gli errori sono un’altra cosa

VAR SPORT - Giornalista e scrittore, per amore del regolamento, non per parlare di arbitri: Cristiano Carriero analizza l'episodio da moviola più controverso dell'ultima giornata di campionato. Per una discussione più consapevole e informata
Roma-Sampdoria, sui falli di mano Di Bello e il Var hanno preso decisioni corrette: gli errori sono un’altra cosa
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In una giornata tutto sommato molto tranquilla dal punto di vista degli episodi arbitrali, la partita clou è il posticipo del lunedì pomeriggio tra Sampdoria e Roma. Non è la prima volta che Marassi diventa il campo principale del Var, mentre la Roma ha un rapporto molto particolare con i falli di mano in questa stagione.

Il rigore che decide di fatto la partita nasce da un fallo di mano di Ferrari su cross di Abraham. Qualche testata ha parlato di errore di Di Bello, io non sono d’accordo perché quel tipo di tocco è molto difficile da vedere in diretta e con una azione così veloce. Dire che si tratta del classico rigore che senza Var sarebbe stato difficilmente fischiato. Il che non vuol dire che non ci sia, anzi. La dinamica del movimento di Ferrari, con le braccia abbastanza larghe, porta il difensore a sfiorare il pallone e di fatto a cambiarne la traiettoria. Fa bene Aureliano a intervenire, servono poi un paio di replay a chiarire che effettivamente il tocco c’è e non ci si può esimere dall’assegnare rigore. Non sono dei rigori che mi fanno impazzire, ma mi sento di dire che il protocollo è stato applicato nella maniera giusta. Lasciar correre e poi controllare al Var.

Apparentemente più plateale l’intervento di El Shaarawy su un lungo lancio di Pussetto. Qui si può cadere in un errore di valutazione, condizionati dalla dinamica del gioco. L’intervento dell’attaccante italo-egiziano è piuttosto scomposto e rallenta l’azione della Sampdoria. Ci sono però diversi elementi da valutare. Sospendiamo per un attimo il giudizio sul fatto che sia mani o meno. L’intervento di El Shaarawy non ferma l’azione, la rallenta. Il pallone, infatti finisce comunque tra i piedi di un attaccante della Sampdoria in area di rigore, per quella che potremmo definire una SPA (score promising attack) ovvero un’azione importante, o meglio promettente.

Qualora fosse stato assegnato un vantaggio – anche se non c’è il gesto del braccio alto da parte dell’arbitro – sarebbe venuto meno il provvedimento di ammonizione perché appunto l’occasione resta. Ma il vero tema è se c’è effettivamente il fallo di mano, perché El Shaarawy colpisce il pallone con la parte bassa della spalla. L’elemento che può far propendere per il fallo è il fatto che il braccio venga alzato oltre l’altezza della spalla. Ma a mio parere non è fallo di mano. Meno che mai può intervenire il Var per un intervento fuori aree e soprattutto per una azione che prosegue con il possesso da parte della Sampdoria. Ricordiamo, in conclusione che la “platealità” non influisce sul provvedimento disciplinare.

Insomma, decisioni controverse, ma a mio parere corrette a differenza di quanto leggo altrove: gli errori sono un’altra cosa.

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