La Cina ha posticipato all’ultimo momento la diffusione dei dati sull’andamento del Prodotto interno lordo nel terzo trimestre dell’anno. In questi giorni si svolge il 20mo congresso del partito comunista che dovrebbe sancire una sorta di mandato a vita per il presidente in carica Xi Jinping, un momento dunque politicamente estremamente delicato. La crescita cinese, già in rallentamento, è stata penalizzata negli ultimi mesi dai numerosi e drastici lockdown adottati nell’ambito della politica Covid zero voluta dal presidente. I dati sul Pil avrebbero dovuto essere resi noti domani con attese per gli economisti di una crescita del 3,3%.

Per l’intero 2022 le stime del Fondo monetario internazionale diffuse la scorsa settimana indicano una crescita economica del 3,2%, un valore insolitamente basso per il gigante asiatico alle prese con una grave crisi del cruciale settore immobiliare e impegnato in una complessa ridefinizione del suo modello di sviluppo. Pechino ha varato un gigantesco piano di investimenti in opere infrastrutturali per cercare di rilanciare la crescita. Tra aprile e giugno scorsi la Cina aveva registrato un incremento del prodotto interno di appena lo 0,4% su base annua. Non è comunque la prima volta che le tempistiche di diffusione di dati statistici sensibili vengono subordinate ad esigenze di natura politica.

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