Cinema

Festa del Cinema di Roma, Russell Crowe e il suo “Poker face”: “Una genesi apocalittica, mio padre era appena morto ed ero in una situazione difficile. Ma ce l’ho fatta”

Il premio Oscar ex “gladiatore” e neo cittadino romano d’ufficiale adozione dal Campidoglio, dall’inconfondibile voce avvolgente, è una delle star principali alla Festa del Cinema di Roma 2022

di Anna Maria Pasetti

Star extralarge ad ogni livello, Russell Crowe ha conquistato tutti, grandi e piccini. Del resto non fanno novità le sue simpatia e generosità dialettica con il suo pubblico. Il premio Oscar ex “gladiatore” e neo cittadino romano d’ufficiale adozione dal Campidoglio, dall’inconfondibile voce avvolgente, è una delle star principali alla Festa del Cinema di Roma 2022, invitato però nell’ambito di Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa stessa. Questo perché il suo Poker face, opera seconda da regista, è un lavoro dallo sguardo “educativo” per le nuove generazioni, seppur travestito da thriller dalle tinte dark e umaniste. Perché il protagonista – da lui stesso interpretato – è un giocatore d’azzardo, un pokerista fin dalla tenera età che con gli amici è diventato negli anni il boss di un vero business. Un’attività quella del gambling che l’attore australiano detesta apertamente, al punto da sentire con dolore la contraddizione della sponsorhip di una società di scommesse della squadra di calcio che possiede in Australia.

Di futura distribuzione dalla neonata Vertice 360, Poker face ha avuto una genesi che Crowe non lesina a definire “apocalittica”: “Già finanziato e con tutto pronto per iniziare le riprese in 5 giorni, improvvisamente il regista si ritira, la città di Sydney viene messa in duro lockdown, e la produzione chiede a me se posso prendere in mano le redini della situazione, anche sostituendo il regista. Il problema era che mio padre era appena morto, ero in una situazione personalmente difficile, ma ho accettato e in 4 giorni ho riscritto la sceneggiatura, cambiato il cast con amici che ho chiamato nottetempo e risolto un’emergenza surreale in piena pandemia alla bene meglio facendo perno su tutta l’esperienza accomunata nel mondo del cinema in cui lavoro dall’età di 6 anni, ricordandomi proprio quanto mi insegnò mio padre che giammai avrebbe lasciato delle persone senza lavoro”. “Del resto – aggiunge Crowe – il film è l’arte commerciale più fluida che esista e personalmente non mi interessa di essere perfetto, mi interessa fare al meglio ciò che so fare”.

Così è dunque nato Poker face, il cui Jake Foley magnate ricchissimo e padre affettuoso di un’adolescente ha tutto “tranne il tempo” (frase che si capirà vedendo il film, ndr). Attore, autore, musicista e filantropo, profondamente legato alla propria terra, Russell Crowe ieri ha tenuto una lezione di cinema magistrale in cui ha accolto domande solo dagli studenti, che oggi sono tornati alla conferenza stampa per applaudirlo di nuovo. E per confessare la sua fede calcistica italiana legata alla Lazio ha deliziato tutti con una battuta: “Ammiro la generosità dei romanisti, la loro amicizia, il loro amore unico, ma il Colosseo è in Lazio, e qui finisce la conversazione”.

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