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Giorgia Soleri: “Ho la fibromialgia, è arrivata la quinta diagnosi. Un misto di terrore e rabbia ha pervaso il mio corpo”

Dopo quattro diagnosi nel corso degli anni, vulvodinia, neuropatia del pudendo, endometriosi e adenomiosi, per Soleri, 26 anni, è arrivata la quinta: è affetta da fibromialgia

di Simona Griggio

Non ci sta a nascondersi nel mucchio delle donne invisibili, Giorgia Soleri. E lo grida su Instagram: “Mi è stata diagnosticata la fibromialgia”. L’influencer, modella, poetessa e attivista femminista, pubblica un post con la foto di un tatuaggio sul braccio. C’è la frase ‘Together we are stronger’. E scrive: “Qualche giorno fa è arrivata la quinta diagnosi con la stessa dinamica di tutte le altre: dubbi, diagnosi scorrette, disillusione, rassegnazione. Poi, un nome: fibromialgia. Nel grande termine ombrello di Central Sensitivity Syndrome, o anche sensibilizzazione centrale”.

Dopo quattro diagnosi nel corso degli anni, vulvodinia, neuropatia del pudendo, endometriosi e adenomiosi, per Soleri, 26 anni, è arrivata la quinta: è affetta da fibromialgia. Una forma di dolore muscoloscheletrico diffuso che colpisce circa un milione e mezzo/due milioni di italiani. E difficile da diagnosticare perché dà sintomi che si possono confondere facilmente con altre patologie. Giorgia (non chiamatela ‘la fidanzata di Damiano dei Måneskin’, ha la sua dignità autonoma) non è certo una che si mette in un angolo e vive nell’ombra. Anzi, nel post ripercorre il suo incubo attraverso le varie diagnosi e grida la sua rabbia. A proposito della vulvodinia ricorda: “Eravamo milioni di persone, silenziate da un personale medico-sanitario che per anni ci aveva trattate come malate immaginarie”. Ma c’è un aspetto positivo nel suo percorso. La solidarietà da parte dei follower e di persone come lei, che “straziate dall’invisibilità del loro male decidono di prendersi per mano e fare della lotta a un riconoscimento negato il loro punto di contatto”.

Quando ha iniziato a parlare di vulvodinia e di endometriosi, un po’ per esorcizzare e un po’ per evitare ad altre donne questo incubo non immaginava tutto ciò che poi sarebbe successo. La nascita di un comitato, un convegno, una proposta di legge. Giorgia Soleri è diventata un’attivista dei diritti delle donne, in particolare sul fronte dei diritti alla salute. Lotta per il riconoscimento di malattie spesso minimizzate e di cui ci si vergogna. E’ testimonial per milioni di ragazze. Dal 2019 la sua battaglia sui social ha portato anche alla formazione del Comitato vulvodinia e neuropatia del pudendo, con cui insieme ad altre attiviste rivendica l’inserimento nei Lea (i livelli essenziali di assistenza che il servizio sanitario deve fornire ai cittadini) di queste malattie invalidanti.

Questa volta la nuova diagnosi si inserisce però in un contesto diverso. “Sarei ipocrita se negassi il misto di terrore e rabbia che ha pervaso il mio corpo dopo l’ennesima diagnosi”. Ma questa volta è stato diverso. Ho scoperto che la condivisione è un viaggio arricchente mai a senso unico, quando dai qualcosa ti torna sempre indietro”. E sono gesti di empatia, amore, supporto, vicinanza, abbracci silenziosi. E’ stata una casualità, ma qualche ora prima di ricevere la diagnosi, si stava tatuando sul braccio quella scritta ‘Togheter we are stronger’.

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