Martedì, sui canali russi di Telegram è apparsa la notizia che Mosca stava acquistando urgentemente grandi lotti di ioduro di potassio per far fronte alle minacce nucleari. Puntualmente, il sempre il 26 settembre, sul sito degli appalti statali della Federazione Russa è apparsa una gara per l’acquisto di ioduro di potassio dal valore di quasi 5 milioni di rubli (90mila euro circa). Si tratta del primo fatto concreto, dopo l’attivazione del sistema di deterrenza russo pochi giorni dopo l’invasione dell’Ucraina, che al di là delle dichiarazioni dei leader di entrambe le parti testimonia il reale rischio legato all’uso dell’arma nucleare da parte di Vladimir Putin. Questa sostanza è infatti necessaria per la produzione dei farmaci contro la contaminazione radioattiva. La fornitura è destinata alle esigenze del centro di ricerca e produzione Pharmzashchita presso l’Agenzia federale medica e biologica della Russia. Secondo i calcoli del giornale di Mosca MSK1.RU, questo importo sarebbe sufficiente per acquistare più di 1,5 tonnellate di ioduro di potassio.

Un fatto, questo, che arriva a poche ore di distanza dalle ultime dichiarazioni del segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, con le quali ha ribadito quanto la minaccia di una guerra nucleare sia concreta: “Non dico che l’uso delle armi nucleari da parte della Russia sia probabile, ma l’uso costante della retorica di un loro uso da parte di Putin è preoccupante e dobbiamo prendere questo rischio sul serio“, ha detto partecipando a una riunione del gruppo dell’Alleanza progressista Socialisti e Democratici al Parlamento europeo.

L’azienda statale è impegnata nello sviluppo e nella produzione di medicinali, compresi quelli per la protezione delle persone dall’azione di fattori particolarmente pericolosi. Lo iodio, ad esempio, è anche usato nei preparati per la prevenzione del cancro alla tiroide. Pharmzashchita produce ioduro di potassio sotto forma di compresse per prevenire l’accumulo di radiazioni nella ghiandola tiroidea. È dal 2020 che Pharmzaschita acquista regolarmente questa sostanza ogni volta che si esaurisce il lotto precedentemente acquistato. Ma questa volta qualcosa è cambiato. In precedenza, l’importo delle offerte non superava i 56.000 dollari, i bandi si svolgevano una o due volte l’anno e venivano date fino a due settimane di preavviso per presentare un’offerta. Con lo scoppio della guerra, a marzo l’Agenzia federale ha indetto due gare consecutive, ciascuna del valore di 1 milione di rubli (circa 18.000 euro). L’importo di quest’ultimo ordine ancora in corso, infine, è parecchie volte superiore ai precedenti (4.850.000 rubli) e come preavviso per la presentazione delle offerte sono stati dati solo quattro giorni: le domande verranno infatti accettate fino al 30 settembre.

Allo stesso tempo, oggi il canale telegram filoucraino Insider UA, citando “fonti” di altri canali russi, riferisce che alle truppe russe nelle regioni di Kherson e Zaporizhzhia vengono somministrate pastiglie di iodio e fornite tute di protezione chimica e altri farmaci contro le radiazioni. Il canale stesso avverte comunque che non c’è ancora una conferma di queste informazioni.

Tutto questo sullo sfondo delle dichiarazioni di Dmitry Medvedev secondo cui la Russia ha il diritto di utilizzare armi nucleari se necessario e delle ripetute dichiarazioni del presidente Vladimir Putin secondo cui, in caso di minaccia alla sua integrità territoriale, la Russia utilizzerà tutti i mezzi di difesa a sua disposizione, comprese le armi nucleari.

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