I danni inferti ai due gasdotti Nord Stream potrebbero compromettere definitivamente la funzionalità dell’impianto se non verranno riparate rapidamente. L’acqua del mare che entra nelle condutture ne rovina la strutture rendendole inutilizzabili. Lo scrive il quotidiano tedesco Tagesspiegel citando fonti di governo. Secondo le autorità danesi le falle nel Nord Stream potrebbero causare un immissione di gas nocivi nell’atmosfera pari ad un terzo delle emissioni annuali della Danimarca. Nel frattempo anche la polizia svedese ha aperto un’indagine sull’accaduto dopo che le autorità di Stoccolma, anche alla luce di rilevazioni dell’istituto di sismologia, hanno suggerito che le “esplosioni” erano “probabilmente un atto deliberato”. Se il fatto che si tratti di un deliberato sabotaggio pare ormai acclarato è per ora impossibile indicarne con certezza i responsabili.

In molti puntano il dito contro il Cremlino che in questo modo avrebbe alzato il livello della guerra dell’energia, non più il semplice stop ai flussi ma la distruzione delle infrastrutture. I governi e le aziende energetiche europee si stanno adoperando per rafforzare la sicurezza intorno a infrastrutture e impianti energetici. “Dobbiamo prepararci a scenari che erano impensabili fino a poco tempo fa” la ministra degli Interni tedesca Nancy Faeser. Il quotidiano britannico Times cita fonti britanniche che parlano di un’azione russa effettuata con droni sottomarini che avrebbero lanciato gli esplosivi in mare settimane prima che venissero fatti detonare.

Altri indicano Kiev e gli Stati Uniti come possibili responsabili. I servizi segreti russi dell’Fsb parlano di un atto di “terrorismo internazionale”. Ieri l’ex ministro della difesa polacco Radek Sikorski ha indicato gli USa come responsabili. Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki incolpa invece la Russia. Le esplosioni si sono verificate nello stesso giorno in cui è stato inaugurato il nuovo gasdotto che porta in Polonia il gas della Norvegia.

Anche Mosca è intervenuta accusando Washington: il presidente americano Joe Biden deve chiarire se vi siano gli Usa dietro agli incidenti avvenuti al Nord Stream, ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, citata dalla Tass. Sul suo canale Telegram, Zakharova posta il video di una conferenza stampa tenuta da Biden prima dell’inizio dell’operazione militare russa in Ucraina. “Se la Russia invaderà l’Ucraina – afferma il presidente Usa – non ci sarà più un Nord Stream 2. Vi metteremo fine“. Alla domanda di una giornalista come gli Stati Uniti potranno farlo, Biden risponde: “Le assicuro che saremo in grado di farlo”. Inoltre, Mosca ha anche intenzione di chiedere una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sui danni subiti dal Nord Stream e Nord Stream 2, come scrive l’agenzia Novosti citando il ministero degli Esteri.

I prezzi del gas sono scesi stamane a 200 euro al megawattora dopo aver superato i 209 euro nella serata di ieri. A spingere le quotazioni è stata anche l’annuncio del gruppo russo Gazprom secondo cui potrebbero fermarsi anche i flussi attraverso l’Ucraina. L’operatore ucraino Naftogaz potrebbe infatti essere sanzionato da Mosca rendendogli impossibile effettuare i pagamenti al gruppo russo. In questo momento i flussi russi verso l’Italia sono totalmente azzerati. I due gasdotti danneggiati collegano le coste russe con quelle tedesche correndo sotto le acque del mar Baltico per oltre 1.200 kilometri. Hanno entrambi una capacità di trasporto oltre 50 miliardi di metri cubi di gas all’anno. Il Nord Stream 1 è operativo dal 2012 sebbene negli ultimi mesi i flussi siano stati fortemente ridotti fino al quasi azzeramento. La condotta gemella è stata completata a inizio del 2022 ma non è mai entrata in funzione a causa dello scoppio della guerra in Ucraina. Il gasdotto era stato però riempito di gas per prepararlo all’utilizzo.

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