Il vista del voto del 25 settembre i partiti hanno presentato proposte antitetiche sul tema del fisco. Mentre la coalizione che comprende Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia ha la flat tax (con varie sfumature) come cuore dell’agenda, la progressività del sistema tributario è un punto cardine del Partito Democratico. Verdi e Sinistra Italiana, come Unione Popolare, sono a favore di una ridistribuzione dei patrimoni dei più ricchi e delle multinazionali a favore di lavoratori e famiglie. Il Terzo polo presenta un programma con al centro una generale riforma dell’Irpef e la detassazione per i giovani sotto i 25 anni. È il quadro tratteggiato nell‘analisi dei programmi fatta dal Forum Diseguaglianze e Diversità in vista delle prossime elezioni politiche.

Estremamente divisivo il tema dell’evasione fiscale: Movimento 5 Stelle e Partito Democratico propongono tra il resto un rafforzamento della tracciabilità dei pagamenti. Con il gettito proveniente dalla riduzione del tax gap è previsto un aumento degli stipendi, partendo dalle fasce più basse. Il partito di Giuseppe Conte, inoltre, porta avanti la proposta del cashback fiscale, mentre la destra – che nel suo programma non cita nemmeno una volta la parola evasione – presenta l’aliquota unica e la semplificazione del sistema come un modo per incentivare i contribuenti a pagare tutte le tasse.

Destra per l’Italia (Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia) – Il programma della destra è concentrato sulla riduzione della pressione fiscale per famiglie, imprese e lavoratori autonomi. La proposta bandiera è la flat tax: i tre alleati della coalizione promettono di estendere quella già in vigore per gli autonomi innalzando da 65mila a 100mila euro il reddito massimo sotto il quale si può chiederne l’applicazione. I programmi “autonomi” presentati da Lega e FdI prevedono però misure diverse. Il Carroccio assicura una tassa piatta con aliquota al 15% per tutti, senza limite di reddito, da realizzare in tre fasi. Lo schema descritto nel ddl firmato da Armando Siri è complicatissimo e prevede, nella fase di avvicinamento, una serie di aliquote differenziate a seconda del reddito: sarebbero addirittura 18, con buona pace della semplificazione. Fratelli d’Italia si accontenta invece di una flat tax incrementale, solo sull’aumento di reddito dichiarato rispetto all’annualità precedente, e dell’estensione della flat tax per gli autonomi a redditi fino a 100mila euro.

Per le imprese, la riforma delle politiche fiscali è improntata sul principio di “chi più assume meno paga”, in modo da incentivare gli imprenditori ad assumere più lavoratori. Sono inoltre previste procedure semplificate per il pagamento delle imposte, oltre che la riforma della giustizia tributaria che prevede una riduzione delle sanzioni. Inoltre, il conto corrente verrebbe considerato un diritto per tutti i cittadini. E si auspica l’aumento del tetto all’uso del contante “allineandolo alla media dell’Unione Europea”.

Nel programma comune è prevista la pace fiscale, cioè un accordo tra il contribuente e il fisco per cui le cartelle esattoriali verrebbero regolate senza l’applicazione di sanzioni. Di fatto un condono, con condizioni differenziate a seconda dell’eventuale “difficoltà economica” di chi non è in regola con il fisco.

Partito Democratico e Più Europa – Il Pd concentra le sue proposte sul mantenimento della progressività del sistema fiscale e sulla lotta all’evasione. Nel programma viene sottolineata la necessità di un sistema dei tributi “equo e progressivo”, in un quadro di semplificazione del Codice tributario unico. Nell’agenda c’è anche la riduzione dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef), che dovrebbe iniziare dai lavoratori con redditi medi e bassi.

Per combattere l’evasione fiscale, il partito guidato da Enrico Letta propone di rafforzare la tracciabilità dei pagamenti, incrociando le banche dati in modo da rendere più facile per l’Agenzia delle Entrate individuare possibili casi di evasione. Con i soldi recuperati è previsto un aumento degli stipendi netti fino a una mensilità in più, con una franchigia progressiva fino a mille euro sui contributi Inps. Infine, con l’obiettivo di ridurre il numero delle famiglie monoreddito, cioè i nuclei in cui lavora solo uno dei due coniugi, viene proposta una tassazione agevolata per il secondo percettore di stipendio.

Movimento 5 Stelle – Il Movimento guidato da Giuseppe Conte porta avanti alcune misure simbolo introdotte negli anni di governo, accompagnate da una lotta all’evasione fiscale fatta attraverso la semplificazione e la digitalizzazione dei pagamenti. In questo senso, nel programma c’è il cashback fiscale: per le spese detraibili fatte con strumenti elettronici sarebbe accreditato subito sul proprio conto corrente parte della spesa, senza dover attendere la compilazione del modulo 730.

Per quanto riguarda le imposte, il Movimento propone la cancellazione dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) per tutte le imprese. Per i lavoratori dipendenti, invece, è previsto un aumento dello stipendio tramite il taglio del cuneo fiscale, cioè della differenza tra il costo del lavoratore per l’impresa e il netto percepito a fine mese. In questo modo il costo del lavoro si abbasserebbe anche per le imprese. Inoltre, nell’agenda del Movimento c’è la cessione dei crediti fiscali e viene portata avanti la possibilità di maxirateazioni delle cartelle esattoriali.

Azione e Italia Viva – Il programma della coalizione guidata da Carlo Calenda e Matteo Renzi promette la riforma dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef). A riguardo, in agenda c’è l’introduzione di un minimo esente sotto cui il lavoratore non deve pagare le tasse (in realtà esiste già, è poco sopra gli 8mila euro l’anno). Le coperture saranno ottenute, spiega il programma, grazie a una maxi deduzione delle spese corrispondente all’ammontare di soldi che viene giudicato essenziale per la sopravvivenza. Viene assicurata anche una tassazione negativa per i lavoratori con salario inferiore ai livelli minimi: ciò vuol dire che lo stipendio sarà integrato dai fondi statali.

Un altro punto del programma del Terzo polo è la totale detassazione per i lavoratori sotto i 25 anni, con successiva revisione al rialzo tra i 26 e i 29 anni. Per i giovani sono previsti anche incentivi per attivare sistemi di previdenza complementare, che integrino quella pubblica. Per quanto riguarda la lotta all’evasione, per raggiungere l’obiettivo di riduzione del tax gap previsto dal Recovery plan sono previsti investimenti nella digitalizzazione e una semplificazione generalizzata del sistema fiscale. A riguardo, è in agenda una nuova codificazione della normativa tributaria e una riforma della giustizia fiscale.

Si propone l’abolizione dell’imposta regionale sulle attività produttive (Irap) e la detassazione completa per gli utili trattenuti in azienda e per quelli destinati a schemi di partecipazione da parte dei lavoratori. Per quanto riguarda le imposte indirette, è promesso il passaggio a un sistema a due aliquote dell’Iva: una ridotta e una ordinaria, a seconda del bene in questione. Per i risparmiatori è prevista una riforma che favorisca il contribuente, mentre per gli enti territoriali ogni livello di governo dovrà trattenere il 100% del gettito.

Alleanza Verdi Sinistra Italiana – Il programma elettorale della coalizione prevede di alzare a 12.000 euro annui la quota di reddito esente da imposte, per poi applicare un’aliquota mobile crescente sul modello tedesco, che arrivi al 65% per i redditi superiori ai 10 milioni di euro. Inoltre è preventivata l’abolizione dell’Imu, che verrebbe sostituita da un’imposta patrimoniale personale. In questo modo Verdi e Sinistra Italiana prevedono di aumentare la tassazione sui patrimoni o superiori a 5 milioni di euro.

Per combattere l’evasione fiscale l’alleanza punta sulla tracciabilità dei pagamenti, da favorire attraverso la promozione della moneta elettronica e incrociando le banche dati. Inoltre, è evidenziata la necessità della certezza della pena per i reati fiscali e di negare qualsiasi condono. Per quanto riguarda il capitolo multinazionali, in agenda c’è l’abolizione degli accordi segreti stipulati tra il fisco italiano e le aziende estere, oltre che la tassazione degli extraprofitti dei colossi energetici fino al 100%, in modo da aiutare con una elargizione straordinaria di 1200 i lavoratori.

Unione Popolare – Il partito prevede una tassazione degli extraprofitti delle aziende energetiche, che arriverebbe al 90%, mentre oggi è al 10%. Si parla anche di eliminazione dell’Iva sui beni alimentari di prima necessità.

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