Il rendimento del Btp a dieci anni ha raggiunto il 4,2%, sui massimi dal 2013 e con un incremento di 11 punti base (+ 0,11%) rispetto alla chiusura di ieri. Il rialzo dei rendimenti coinvolge tutti i titoli di Stato dell’area euro. Il bund tedesco paga l’1,93% (+ 14 punti), il decennale francese il 2,48% (+ 14 punti), un bond spagnolo il 3,08% (14 punti). Nessuna specificità italiana quindi ma una generalizzata reazione alle prospettive di nuovi rialzi dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea. Lo spread, ossia la differenza di rendimento tra titoli italiani e tedeschi rimane stabile intorno ai 227 punti basi. Solo nell’ultimo mese il rendimento dei Btp a 10 anni è salito di 71 punti, lo stesso incremento registrato dai bund. Rispetto agli attuali livelli di inflazione (9,1% nell’area euro) i rendimenti reali dei titoli restano ampiamente negativi.

Negli ultimi giorni sono giunti diversi inviti da parte di membri del consiglio direttivo della Bce per un’azione decisa sui tassi per contrastare la corsa dell’inflazione. Oggi si è saputo che i prezzi alla produzione tedeschi sono saliti in agosto del 45%. Gli interessi pagati dai titoli di Stato sono fissi in valore assoluto ma vengono espressi in percentuale del valore del titolo. In sostanza quando il valore di un Btp scende, perché le vendite superano gli acquisti sul mercato, il rendimento percentuale sale. I prezzi scendono perché titoli analoghi di nuova emissione sono destinati ad offrire cedole più alte in linea con il generale rialzo del costo del denaro pilotato dalla banca centrale.

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