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Mantide della Brianza, una delle vittime di Tiziana Morandi: “Se ci penso oggi tremo, mi ha messo qualcosa nella Coca Cola e io ho avuto un incidente”

L'uomo, un 47enne tecnico informatico della provincia di Como, ha ricostruito il suo incontro con "Titti", come si faceva chiamare lei: "Inventava bugie, mi faceva pena, mi ha detto che mi avrebbe ospitato per dormire, solo dopo (la notizia dell'arresto, ndr) ho capito il motivo"
Mantide della Brianza, una delle vittime di Tiziana Morandi: “Se ci penso oggi tremo, mi ha messo qualcosa nella Coca Cola e io ho avuto un incidente”
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Dopo aver bevuto una Coca Cola a casa di Tiziana Morandi, la 47enne ribattezzata “la Mantide della Brianza, era in uno stato di alterazione tale da aver rischiato di morire in un incidente stradale. È quanto ha raccontato una delle vittime della donna, ora indagata con l’accusa di drogare e derubare dei malcapitati che adescava sui social. L’uomo, un 47enne tecnico informatico della provincia di Como, ha ricostruito il suo incontro con “Titti”, come si faceva chiamare lei, al Corriere della Sera: “L’ho conosciuta su Facebook, mi disse di essere un medico – racconta – in quel periodo soffrivo per una tendinite, si offrì di farmi un massaggio, dicendomi che mi avrebbe chiesto 50 euro da dare in beneficenza per curare una bambina malata. Ero un po’ sospettoso – ricorda – era strano che una persona conosciuta sui social ti dia subito l’indirizzo e ti inviti a casa: insisteva per farmi bere una bibita, ma io rifiutai”.

A quel primo incontro, ne seguì un altro: “In quell’occasione assaggiai un sorso di Coca Cola, aveva un sapore strano, ma non accadde nulla”. Infine, i due si rividero una terza volta, il giorno della Vigilia di Natale del 2021, con la scusa di scambiarsi gli auguri: “Abbiamo mangiato una pizza e bevuto una bibita, a una certa ora sono andato via: ero in macchina sulla tangenziale nord di Milano. Da lì in poi non ricordo più nulla, ho il flash di un’auto che mi sorpassa, sono andato a sbattere con la fiancata contro il guardrail a sinistra e contro un terrapieno a destra. Me ne sono reso conto il giorno dopo, quando ho visto com’era conciata la macchina. Sono riuscito non so come a raggiungere un’area di sosta e mandare un messaggio a casa, se ci penso oggi tremo“.

Al che, le scrisse un messaggio riferendole dell’incidente: “Le ho chiesto cosa avesse messo nella Coca Cola. Lei ha fatto l’offesa, era convincente. Ho fatto esami medici, per mesi ho vissuto nell’angoscia che potesse capitarmi di nuovo, neanche il mio medico sapeva darmi una spiegazione”. Nel frattempo, ha continuato a sentirsi con la “Mantide della Brianza” ma con una crescente diffidenza: “A quel punto l’ho controllata, volevo vedere se si tradiva. Inventava bugie, mi faceva pena, mi ha detto che mi avrebbe ospitato per dormire, solo dopo (la notizia dell’arresto, ndr) ho capito il motivo”. Il 47enne è tra coloro che hanno denunciato Morandi.

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