Scade alla mezzanotte di oggi il termine per la presentazione delle offerte per l’acquisto della compagnia aerea Ita Airways, al momento al 100% di proprietà del Tesoro. Due le cordate in lizza. Da un lato il gruppo di trasporti navali della famiglia italo – svizzera Aponte insieme alla tedesca Lufthansa, dall’altro il gruppo Air France Klm insieme al fondo statunitense Certares e a Delta airways. Quest’ultima cordata avrebbe recentemente rivisto le condizioni della proposta prevedendo di rilevare per 600 milioni di euro una quota del 60% e con un ruolo più attivo del ministero dell’Economia che manterrebbe una partecipazione con diritti di voto al 40% e voce nelle scelte chiave per i futuri sviluppi. Msc e Lufthansa offrirebbero invece 850 milioni di euro per una quota dell’80% (60% Msc e 20% Lufthansa)

Non che la piccola compagnia italiana (una cinquantina gli aerei) sia economicamente particolarmente appetibile. Al di là del piccolo utile annunciato nello scorso giugno (è un mese in cui con le prenotazioni estive tutti i vettori guadagnano di più) le perdite sembrano aggirarsi intorno ai due milioni di euro al giorno. Tuttavia il controllo di Ita è un grimaldello per accaparrarsi quel che resta del mercato italiano non ancora assorbito da vettori come Ryanair o Easyjet. Il governo vorrebbe chiudere la partita per la vendita prima di lasciare. Mario Draghi intende firmare entro il 10 settembre anche se questo non blinderebbe il dossier. La leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni ha espresso la sua contrarietà alla vendita auspicando che la decisione finale venga lasciata all’Esecutivo che entrerà a palazzo Chigi dopo le elezioni del 25 settembre. Una presa di posizione che non è piaciuta ai sindacati favorevoli invece alla cessione.

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