Ferrara, Don Giovanni (Magiera) – Venerdì 1 luglio, con una replica domenica 3, il Teatro Comunale di Ferrara mette in scena Don Giovanni, il dramma giocoso di Lorenzo da Ponte e Wolfgang Amadé Mozart rappresentato la prima volta a Praga nel 1787.

L’allestimento ferrarese, realizzato in collaborazione con la Korea Foundation Daegu Opera House, è invero particolare: gli interpreti, tutti giovani, anzi giovanissimi, sono stati individuati dopo un’audizione alla quale hanno partecipato 350 aspiranti provenienti da varie parti del pianeta; oltre l’Italia, Spagna, Turchia, Russia, Cile, Corea, Giappone. A valutare questi talenti, assieme al direttore artistico Marcello Corvino, è stato Leone Magiera, presidente onorario del teatro, direttore d’orchestra e pianista di fama, celebre nel panorama musicale internazionale anche per aver propiziato e sorretto la carriera di artisti straordinari come Mirella Freni, Luciano Pavarotti, Ruggero Raimondi, Carmela Remigio. Mettendo a disposizione un’immensa esperienza artistica e didattica, ha ‘preparato’ egli stesso, per settimane e settimane, i dodici artisti selezionati: un lavoro su misura, da bottega d’artista, condotto con scrupolo, attenzione, acribia.

Magiera non si è peritato di scegliere, per i diversi ruoli, artisti debuttanti: un Leporello di ventun anni e un Masetto di venti rappresentano le punte più giovani del cast. “Ciò non escluderà un risultato di alto livello”, dice il Maestro: “i grandi talenti per maturare in maniera adeguata hanno bisogno di confrontarsi rapidamente con la realtà del lavoro teatrale, ma devono farlo sotto una guida sicura, che consenta scelte meditate ed efficaci”. In pratica, si tratta non solo di un progetto che apre possibilità concrete ai giovani artisti, ma anche di un’azione pedagogico-didattica, che consenta loro di essere formati e sostenuti nei primi passi di una carriera comunque difficile.

Nell’allestimento ferrarese il dramma è ambientato in seno a una compagnia circense itinerante, che si trova appunto nella città estense. Leporello è un clown, il Commendatore l’impresario, donna Anna un’acrobata cavallerizza, don Giovanni un domatore di tigri. Tutto si svolge nel carrozzone, fra vari spostamenti e approdi in località non tutte gradevoli, nella continua ricerca di un luogo in cui trovar requie dopo tante vicissitudini. Il progetto registico è di Adrián Schvarzstein, argentino d’origine e spagnolo d’adozione, che lo ha elaborato assieme a Jūratė Širvytė-Rukštelė, curatore dei movimenti coreografici. Schvarzstein è clown, attore, regista teatrale e circense, ha lavorato con Dario Fo e Pina Bausch. La messinscena è curata da Moni Ovadia, direttore del teatro. Costumi e scene sono realizzati dalla tedesca Lilli Hartmann, le luci da Marco Cazzola. Dirigerà l’Orchestra Città di Ferrara il pluripremiato australiano Daniel Smith.

L’allestimento ferrarese ha certo richiesto un tempo fuor del comune per la selezione e la preparazione, e ha imposto un impegno notevole alle maestranze. Non vuol però restare un caso isolato. La direzione artistica intende produrre annualmente un’opera con giovani artisti provenienti da tutto il mondo. E ciò al fine di “scovare le migliori voci del futuro”, sottolinea Marcello Corvino, e “offrir loro la possibilità di partecipare ad opere dal respiro internazionale”. Proposito lodevolissimo, che il pubblico apprezzerà, e dal quale l’arte trarrà vantaggio. L’esperimento ferrarese potrà anche essere preso a modello da altri teatri italiani.

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