L’interruzione di gravidanza negata a una turista statunitense ricoverata per un aborto spontaneo potrebbe costare una causa al governo di Malta. La Valletta dovrà rispondere delle leggi contro l’aborto che hanno messo a rischio la vita di Andrea Prudente di 38 anni, che era incinta alla 16/a settimana quando si era sentita male. La donna era in vacanza con il compagno a Gozo, l’isola di Calypso a nord di quella principale. Una volta ricoverata al policlinico Mater Dei di Malta con la placenta rotta ed il liquido amniotico esaurito, Prudente è stata informata che la bambina che aveva in grembo non aveva possibilità di sopravvivenza. Ma i medici hanno respinto la richiesta di interrompere la gravidanza, intervento vietato dalla legge maltese con rischio di prigione fino a 4 anni, finché non si fosse interrotto spontaneamente il battito cardiaco del feto, esponendola quindi al rischio di setticemia.

Il caso fu reso noto dalla Ong maltese pro-aborto ‘Doctors for Choice’ ma Prudente ha dovuto essere trasportata in aereo in Spagna per completare l’aborto ed ora che ne è uscita – secondo quanto riporta il Times of Malta – la coppia intende citare in giudizio il governo maltese per “lo straziante calvario” che ha dovuto affrontare. Nei giorni scorsi i medici maltesi hanno affermato in un comunicato che la salute della donna era sotto stretto monitoraggio e che la vita di Prudente “avrebbe avuto in ogni caso la priorità”. Il governo maltese non ha invece espresso alcun commento, col portavoce dell’esecutivo che si è appellato al dovere di tutela della privacy della coppia.
“Una volta che saremo a casa e avremo affrontato il lutto, intraprenderemo qualsiasi azione disponibile contro Malta. Quanto accaduto è stato disumano e vogliamo fare il possibile per evitare che accada di nuovo. Abbiamo intenzione di portarli in giudizio”, ha detto Jay Weeldreyer, 45 anni, il giorno dopo che la sua partner è stata dimessa dall’ospedale di Maiorca.

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