A benzina o a gasolio, in ogni caso elettrificata e a trazione integrale. La nuova Mercedes-Benz GLC (la seconda generazione con questo nome, dal 2015, o la terza considerando la GLK lanciata nel 2008) arriva sul mercato esclusivamente ibrida, a 48 Volt oppure plug-in. La necessità di contenere le emissioni per rientrare nei sempre più severi parametri comunitari ed evitare così le multe ha imposto alla casa con la Stella una scelta chiara. Da una parte la gamma EQ, quella completamente elettrica, e dall’altra la progressiva elettrificazione dei modelli “tradizionali”. La GLC non fa eccezione e beneficia di interventi sull’aerodinamica che hanno portato ad una significativa limatura del Cx, passato da 0,31 del modello precedente a 0,29 di quello nuovo.

La minore resistenza all’aria ha comportato anche miglioramenti acustici, amplificati dall’ottimizzazione della scocca e da un più raffinato isolamento determinato dall’adozione della pellicola insonorizzante nel parabrezza, che è di serie. Il nuovo Cx è tutt’altro che trascurabile per un suv da 2,5 tonnellate di peso e di queste dimensioni, tra l’altro cresciute. In lunghezza ha guadagnato 60 millimetri (4,72 metri) che si traducono in un passo di 2,89 (15 millimetri in più). In altezza ha perso 40 millimetri (1,64), mentre la larghezza è rimasta invariata (1,89). Il diverso sbalzo posteriore ha fruttato un incremento di 50 litri della capacità del bagagliaio (600) con i sedili in configurazione normale.

Il costruttore tedesco rilancia un modello che, malgrado i 2,6 milioni di esemplari commercializzati, ha un po’ sofferto la virata verso il lusso degli ultimi anni, che hanno privilegiato non soltanto le opzioni EQ, ma anche modelli come la Classe S e le varianti più prestigiose (e costose) come le AMG. “La GLC è un’auto che ci sta a cuore – ha garantito Britta Seeger, responsabile delle vendite con qualche anno di esperienza in Italia – e che ha anche molti fan fedeli a livello globale”.

L’attrazione fatale verso questo sport utility potrebbe dipendere dalla sua grande flessibilità di utilizzo. Mercedes pensa ai pendolari, sicuramente non di estrazione proletaria considerato il costo (sicuramente non inferiore ai 50.000 euro), che possono impiegare al meglio l’autonomia elettrica delle declinazioni plug-in, ossia fino a 120 chilometri per le GLC equipaggiate con il duemila benzina da 204 (GLC 300e 4Matic con) o 252 Cv (GLC 400e 4Matic). Le potenze di sistema sono di 313 e 381 Cv con coppie di 550 e 650 Nm. La versione a gasolio GLC 300de 4Matic raggiunge i 117 km (335 Cv e 750 Nm di coppia), ma per chi contabilizza percorrenze annuali importanti resta la variante più conveniente. Per offrire autonomie a tre cifre Mercedes ha montato una batteria da 31,2 kWh.

Le unità mild hybrid disponibili al lancio, tutte da 2.0 litri, montano l’alternatore-starter integrato (ISG) di seconda generazione e sfruttano la tecnologia a 48 Volt. Si tratta dei benzina da 204 e 258 Cv (con 6,2” la versione con la migliore accelerazione da 0 a 100 km/h e con 240 orari anche quella con la velocità di punta più alta) con 320 e 400 Nm di coppia e del diesel da 197 (440 Nm) tutti per qualche secondo con 200 Nm di boost suppletivo. Nella migliore delle configurazioni, la percorrenza dichiarata della GLC 220d 4Matic supera i 19 chilometri per litro. Il nuovo asse anteriore a quattro bracci e l’asse posteriore multilink assicurano un maggior comfort. A richiesta sipossono avere le ruote posteriori sterzanti che contribuiscono a ridurre di 90 centimetri il diametro di volta (10,9 metri).

La Glc è equipaggiata con l’ultima versione del sistema di infotainment Mbux con due schermi ad alta risoluzione: quello per il conducente ha una diagonale di 12,3”, mentre quello centrale è di soli 10 millimetri più piccolo (30,2 centimetri). Tra le altre cose, la GLC offre il nuovo menu Rimorchio e la funzione di pianificazione dei tragitti per chi si muove con qualcosa al traino. Per il listino ci sarà da aspettare fino a metà giugno, mentre per la commercializzazione si dovrà pazientare ancora qualche mese, fino all’autunno inoltrato.

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